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Quest’anno l’erba ha fatto troppe ‘vittime’

Patrick Mouratoglou

Pubblicato 18/05/2015 alle 18:26 GMT+2

Non c’è solo la tanto attesa vittoria di Andy Murray, che da solo ha in pratica ‘salvato il torneo, perché gli ultimi giorni sono stati veramente terribili.

Eurosport

Credit Foto Eurosport

Prima le diserzioni per infortunio di molti annunciati protagonisti come l’Azarenka, poi le incrediibli eliminazioni di Nadal, Federer e Sharapova nella prima settimana fino al ko di Serena agli ottavi di finale. Un’edizione privata delle sue stelle.
C’è da sottolineare come in molti si siano lamentati della superficie, non in grandi condizioni ed estremamente pericolosa. Gli organizzatori avevano dichiarato che l’erba aveva ricevuto lo stesso trattamento degli anni precedenti. Ma allora dov’è la verità? Come si possono spiegare tutte queste eliminazioni in serie? Oppure ci dobbiamo rassegnare a pensare che l’erba fosse veramente pericolosa?
La superficie si è evoluta molto negli ultimi 10 anni. L’erba è più ‘densa’, e piantata in modo da poter ‘catturare’ con più facilità la velocità della pallina. Nonostante tutto, non va dimenticato che l’erba rimane una superficie unica ed estremamente particolare. Bisogna adattarsi, sia negli spostamenti che nella tecnica di gioco.
La stagione sull’erba, inoltre, è molto corta: sono solamente tre-quattro settimane in un anno. I giocatori, invece, sono abituati a giocare su cemento o terra: il loro tennis è ‘settato’ per quelle superfici, ma poi devono cancellare tutto appena c’è Wimbledon all’orizzonte. Non è semplice per la maggior parte degli atleti. Ma è fondamentale riuscirci, perché sull’erba un riflesso sbagliato può costare carissimo anche nei primi turni.
Un altro problema, inoltre, è sicuramente il calendario: Wimbledon arriva subito dopo il Roland Garros: terra ed erba sono due superfici completamente diverse in termini di tecnica e movimenti. Una prevede grandi spostamenti, molta forza e una resistenza unica per gare molto lunghe, mentre nell’altra devi essere molto fluido, passi leggeri e piccoli. Quest’ultimi sono necessari per rallentare e scivolare, tranne per pochi che sono in grado di farlo a fine corsa. Ma sono in pochissimi.
Roland Garros e Wimbledon sono separate solamente da due settimane. Bisogna programmare una preparazione mirata per questi due Slam, e non è affatto semplice.
Abbiamo visto molti giocatori scivolare in maniera involontaria. Questo è il vero pericolo, le gambe si muovono involontariamente in direzioni opposte.
Molti di questi scivolamenti sono dovuti anche ai diversi tipi di equipaggiamenti. Gli speciali “mini-cramps” permettono un maggior controllo sulla superficie, ma sono posizionati solo sulla suola. Non ci sono sui lati. E questo è un problema sull’erba. Ad esempio quando i giocatori devono scattare rapidamente in avanti usano la parte laterale del piede, perché è un riflesso involontario sviluppato sulle altre superfici. Sull’erba è diverso, e quindi slitti più facilmente. Quindi non basterebbe modificare le scarpe? No, perché il regolamento lo vieta. Nessun tipo di sporgenza, infatti, deve essere visibile quando la scarpa è a terra e dunque si possono mettere solo sulla suola. Quando piove o è molto umido il terreno ne risente, e il problema è localizzato solo in basso.
Direi che per rendere il torneo ancora più interessante bisognerebbe modificare questa regola, così da permettere ai giocatori di poter avere un maggior presa sul terreno.
Mi sono soffermato su questo particolare solo per evidenziare come questa superficie sia assolutamente particolare, ma per questo anche molto pericolosa. Ovviamente non si può dire se tutti gli infortuni occorsi siano colpa del terreno, bisogna calcolare anche un insieme di concause imprevedibili.
Dal 2015 il Roland Garros e Wimbledon saranno separate da una settimana in più. È la decisione giusta e più sensata, perché permetterà ai giocatori di avere a disposizione una settimana in più per adattarsi all’erba.
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