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Sprazzi di vero Rafa, ma la coperta di Nadal è ancora corta

Simone Eterno

Pubblicato 14/04/2016 alle 21:23 GMT+2

Contro Thiem Nadal porta via un prezioso successo e mette in mostra momenti da 'vero Rafa', ma la sensazione - comune - è che nonostante tutto i progressi rispetto alla prima parte di stagione non siano poi molti. Il momento della verità però già venerdì: con Wawrinka ai quarti e senza Djokovic in circolazione, Nadal è alla vera prova del nove

Rekordsieger in Monte-Carlo: Rafael Nadal

Credit Foto Eurosport

MONTE CARLO – La sala stampa del Monte Carlo Country Club, situata all’ultimo piano della struttura sopra il centrale – per intenderci sopra al famoso (e chiassoso) ristorante – permette una visione ottimale di traiettorie e profondità dei colpi. Vista molto superiore, per intenderci, di quella che si può avere dalla tribuna destinata ai giornalisti, dove tra posizione laterale e una storica – e irremovibile – inferriata, la visione ‘carceraria’ non è il massimo della vita. Sarà per questa ragione che all’appuntamento clou di giornata la stampa è quasi tutta ai finestroni dell’ultimo piano. Tutti, ma proprio tutti, sono curiosi di capire il reale stato di forma di Rafael Nadal dopo il non brillantissimo esordio contro Aljaz Bedene.
“Il dritto oggi viaggia meglio, ma guarda come è poco profondo”; “Le palle break le ha giocate quasi tutte bene, ma se appena-appena trova un altro un po’ più concreto…”; “Più convinto oggi lo è di sicuro, ma è proprio lì in fatto: non è in grado di esserlo più costantemente come lo era prima. E se questo lo vedi anche sul rosso…”. Questi sono solo alcuni degli appunti che mi segno tra le frasi estrapolate agli illustri colleghi. Eh già, ognuno ha un qualcosa da sottolineare sul gioco, sulle traiettorie, sulla salute di colui che fino a 3 anni fa qui aveva fatto aprir bocca solo per le congratulazioni di fine torneo.
Già, tutti attendevano Rafa al ritorno europeo sul rosso e tutti, per ora, restano “delusi”. O meglio, nessuno registra novità sostanziali rispetto a quanto visto nella prima parte di anno tra cemento e terra sudamericana. Alla fine infatti Rafa Nadal ha vinto la sua partita, portando a casa un primo set tutt’altro che scontato – 15 palle break su 16 annullate a Thiem – e sfruttando sprazzi di gioco che senza dubbio rispetto alla prima giornata con Bedene hanno evidenziato evidenti miglioramenti dal punto di vista balistico. Una palla sicuramente più carica, un dritto – seppur a intervalli – certamente più incisivo e un’attitudine generale, soprattutto nella gestione di tutti i momenti delicati, che ha persino ricordato il Nadal migliore. Per questa ragione a fine partita ci si ritrova tutti, nuovamente, con la paradossale sensazione di aver assistito alla miglior partita di Rafa in questo 2016, ma nonostante ciò a condividere un sacco di dubbi.
Sensazione principale è infatti che la coperta di Rafa Nadal sia ancora corta. Palla che esce veloce dalle corde sì, ma solo a tratti; dritto che cade profondo sì, ma con poca costanza; momenti delicati risolti sì, ma arrivati in numero troppo elevato (seppur in questo caso ci sia da riconoscere gli innegabili meriti del talentuoso – e sulla terra quest’anno più che mai insidioso – Thiem). E poi la poca incisività con un servizio perso dopo la magica estate 2013 e mai più ritrovato e la costante sensazione – trasmessa anche oggi – di una vulnerabilità di fondo ormai percepita da quasi tutti i suoi avversari. Insomma, per ora questo Rafa continua a tirare da una parte finendo inevitabilmente con lo scoprire l’altra. Che sia un abbaglio comune arrivato in un caldissimo pomeriggio monegasco? Alla prova del nove contro Stan Wawrinka il compito di smentirci. In massa.
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