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VNL 2023 - Italvolley, ha senso così? Tra convocazioni, riposo delle senatrici e difficoltà in attacco

Marco Arcari

Aggiornato 05/06/2023 alle 18:39 GMT+2

PALLAVOLO, VNL 2023 (F) - L'Italvolley ha vinto soltanto 1 delle 4 partite giocate nella Week 1. La Nazionale è stata definita squadra giovane, ma l'età anagrafica delle convocate sconfessa tale teoria. Quanto alle convocazioni, diverse stelline in potenziale rampa di lancio non avrebbero potuto maturare esperienza in questa occasione? Permane poi l'evidente "limite" nell'attacco di posto 4...

Danesi: "Italvolley spot per la Pallavolo. Siamo un gruppo unito"

Una sola vittoria in quattro sfide disputate nella Week 1. Questo il ruolino di marcia dell'Italia femminile alla Volleyball Nations League 2023, competizione in cui le Azzurre occupano il 12° posto provvisorio, peraltro davanti a Serbia e Paesi Bassi, ovvero a due nazionali molto forti ma finora incapaci di conquistare alcun successo. Mai come in questa occasione sarebbe comunque sbagliato valutare il percorso dell'Italvolley in base ai risultati ottenuti. Eppure, le convocazioni del CT Davide Mazzanti e le analisi che gli organi di stampa fanno di questo gruppo stridono un po' con le varie singole dichiarazioni post partita o con le attese che si erano venute a creare.
Si parta dal presupposto che la scelta di concedere settimane di riposo a quasi tutte le senatrici della squadra, eccezion fatta per Anna Danesi e la capitana Myriam Sylla, è tanto intelligente, quanto sacrosanta. Il cammino ai Mondiali 2022 ha mostrato come ormai le estati pallavolistiche siano troppo lunghe per garantire a una singola nazionale standard di rendimento sempre elevatissimi. Non è certo un caso se coach Daniele Santarelli abbia escluso le titolari della sua Serbia da tutta la VNL 2022 - conclusa comunque con un incredibile bronzo - salvo poi richiamarle, riposatissime, per dominare il torneo iridato. Partendo da questa saggia opzione di Mazzanti, qualche dubbio comunque permane.
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Non è un'Italia giovane

A venticinque anni, nello sport, si è giovani soltanto se si gioca per l'Italia. Questo è ormai un dato di fatto, cui la pallavolo non deve tristemente abituarsi come già hanno invece fatto tante altre discipline. Il Bel Paese persevera nel malsano costume di equiparare e sovrapporre la giovinezza antropologica e fisiologica con quella sportiva, dimenticando però che lo sport d'élite è davvero crudele in tal senso. Per quanto pure le carriere pallavolistiche si stiano allungando sempre più e con ottimi risultati - si pensi ai casi di Jordan Larson o Maja Ognjenovic, per rimanere nell'ambito femminile - a venticinque o ventisei anni la giovinezza è ormai un lontano ricordo. Il che non significa necessariamente l'aver raggiunto la piena maturità, dal momento che i margini di miglioramento esistono pure al termine di una singola carriera. Tutto questo preambolo per contrastare col titolo che Tuttosport ha riservato alle Azzurre domenica 4 giugno: "È un'Italia giovane e non fa cose turche". Il riferimento è evidentemente al k.o. 0-3 maturato contro la Turchia nell'ultima giornata di gare. Tra le quattordici pallavoliste convocate da Mazzanti, soltanto due sono però nate dopo l'anno 2000: Linda Nwakalor e Loveth Omoruyi, entrambe classe 2002. Per fornirvi un metro di paragone, Giovanni Guidetti con la sua Serbia ha convocato e fatto giocare Jovana Cvetkovic (2002), Hena Kurtagic (2004) e Aleksandra Uzelac (2004), mentre il Brasile aveva come titolarissime Ana Cristina (2004) e Julia Bergmann (2001).
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Manca allora il talento nel ricambio generazionale?

Assolutamente no, non fosse altro per il fatto che l'Italia femminile detiene il titolo negli Europei Under 21, Under 19 e Under 17, e che diverse giovani pallavoliste hanno impressionato non poco nell'ultima Serie A1. Lasciando per una volta da parte il caso di Ekaterina Antropova (2003), alla quale la burocrazia sta rallentando di molto l'esordio in Azzurro, nel campionato appena concluso pure Martina Armini (2002), Giorgia Frosini (2002), Emma Cagnin (2002), Beatrice Gardini (2003), Emma Graziani (2002), Gaia Guidicci (2002) e Stella Nervini (2003) hanno mostrato sprazzi di talento molto interessante, peraltro con discreta o buonissima continuità. Se l'obiettivo di questa VNL 2023 sembrava essere quello di garantire maggiore esperienza a diverse atlete, al fine di ampliare il gruppo e non basarsi unicamente sulle senatrici, perché non dare allora spazio ad alcune di queste giovani pallavoliste? Quesito che non trova risposta, specie considerando le dichiarazioni di Mazzanti al termine della sfida con la Turchia: "Dobbiamo affrontare otto partite decisive per provare a entrare nelle Finals, non ci possiamo concedere passi falsi". L'intenzione sembra allora quella di non voler replicare il cammino del 2021 (12° posto), ma l'evidenza dei fatti - prima ancora che dei risultati - ci rammenta che il gruppo di attuali convocate, per quanto sussistano ancora grandi margini di miglioramento e conoscenza reciproca, non pare a oggi abbastanza attrezzato per sconfiggere diverse delle prossime avversarie.

Il turnover è però sinonimo di lungimiranza

Tra tutte le caratteristiche che possiede Davide Mazzanti in qualità di allenatore, intelligenza e genialità sono indubbiamente quelle preponderanti. Non si può allora valutare come negativa la scelta di lasciare a riposo le senatrici del gruppo Azzurro, specie in un'estate che proseguirà con gli Europei - in cui l'Italia vorrà sicuramente difendere l'oro conquistato nel 2021 - per poi culminare col torneo di qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Valutazione lungimirante, quella fatta del tecnico di Fano, che potrebbe indubbiamente pagare grossi dividendi tra agosto e settembre prossimi. Considerate poi le difficoltà nell'attacco delle bande, oltre al mirato lavoro che la Nazionale sta già portando avanti nelle uscite da seconda linea, tra pipe e gamma, sarà poi interessante capire se, in certe rotazioni, Antropova ed Egonu potranno coesistere nel 6+1 italiano. L'evoluzione del gioco sta infatti riportando in auge le attaccanti "di palla alta", col Brasile e Russia nel ruolo di capifila e le altre nazionali pronte a imitarli. Coach Santarelli ha già mostrato di poter schierare sia Ebrar Karakurt che Melissa Vargas, con l'ex opposta di Novara che in allenamento pare giocare anche da schiacciatrice-ricevitrice. L'Italia si "adeguerà" a tale linea, oppure dimostrerà che si può ancora vincere con schiacciatrici-ricevitrici versatili, cattedratiche in ricezione, onnipresenti in difesa e comunque dotate di grandi traiettorie in attacco, quali Caterina Bosetti e Myriam Sylla?
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