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Perché Suzuka dirà la verità sul flop di Max Verstappen e della Red Bull e sulla rinascita Ferrari

Paolo Viganò

Aggiornato 21/09/2023 alle 19:04 GMT+2

FORMULA 1 - Il circuito giapponese è il teatro perfetto per dare risposte rispetto a ciò che è accaduto a Singapore, dove è rinata la Ferrari e dove la Red Bull è andata in crisi, forse anche a causa della nuova direttiva tecnica che ha operato una stretta sugli assetti. Tra le veloci curve del tracciato del Sol Levante si potranno avere indicazioni interessanti anche in chiave 2024.

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Singapore è stato un unicum o è il segnale di una tendenza? La rinascita Ferrari è episodica o può essere il risultato dell'effettiva comprensione dei setup ottimali della macchina scaturiti dopo Zandvoort? La crisi della Red Bull ha avuto origine dal particolare layout del circuito asiatico o la Direttiva 018 sulla flessibilità delle ali ha avuto un ruolo e potrà averlo anche in futuro? Domande che sono rimaste a mezz'aria dopo l'ultimo sorprendente Gp, e che con ogni probabilità troveranno risposte certe a Suzuka. Tracciato classico, medio-veloce e soprattutto estremamente tecnico, le caratteristiche che esaltano la RB19 e che creano i maggiori problemi alla SF-23. Dunque il Gp del Giappone cela in sé risposte che non avranno ovviamente un peso specifico sul Mondiale in corso - che Max Verstappen e il team anglo-austriaco potrebbero già mettersi in tasca domenica - quanto piuttosto sul futuro, a partire dal 2024, perché il biennio che separa la F1 dal nuovo regolamento tecnico del 2026 non resti un monocolore Red Bull.

La direttiva 018

A Singapore sono intervenute novità tecniche rilevanti. La famigerata Direttiva 038, quella sulle altezze da terra che finì per tagliare le gambe alla Ferrari 2022, è stata ulteriormente inasprita, e ne è entrata in vigore un'altra, la 018, che rappresenta una stretta sulla flessibilità delle ali. La quale, secondo diversi tecnici, avrebbe avuto l'effetto secondario di rendere meno ampia la finestra di lavoro sui setup. Può essere il motivo per cui l'imbattibile Red Bull è andata in crisi, restando fuori dalla top ten in qualifica ed evidenziando un ritmo gara una volta tanto condizionato dal degrado gomme? Difficile dirlo, certo è che la RB19, fra i muretti di Marina Bay, ha puntato (o si è trovata costretta a puntare) su di un setup piuttosto estremo, parecchio puntato sull'anteriore, che ha finito per rendere nervosissima la macchina in tutte le sessioni, neutralizzando peraltro il noto vantaggio sul degrado gomme che caratterizzano le macchine di Adrian Newey.

Effetto Singapore

Naturalmente la speranza di tutti gli altri team è che la direttiva abbia influito sulla prestazione della Red Bull, esattamente come la 038 - che costrinse ad alzare le macchine da terra - fu fatale alla competitività della Ferrari, velocissima fino a Spa 2022 per divenire lenta e in difetto di grip nella gare successive. Con un grosso asterisco però, perché il circuito di Singapore, tra il layout e le condizioni ambientali, rappresenta un inedito nel calendario del Mondiale. Paragonabile forse solo a Monaco-Montecarlo, dove del resto la Red Bull aveva avuto qualche difficoltà a maggio, trovando la decisiva pole position più che altro in virtù di un'autentica magia di Max Verstappen. Non si dimentichi che Singapore, in un'occasione (2015), fece ammattire anche l'allora dominante Mercedes, che solo in quella gara si trovò a lottare contro un'inedita mancanza di grip meccanico.
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Suzuka rivelatrice

Come accennato, il GP del Giappone a Suzuka cade come il cacio sui maccheroni per smascherare sia le eventuali difficoltà della Red Bull, sia i miglioramenti evidenziati dalla Ferrari a Monza e poi a Marina Bay. Quello nipponico è infatti circuito in grado di esaltare il perfetto binomio tra efficienza e carico aerodinamico espresso dalla RB19, che sulla carta dovrebbe tornare a essere dominante come lo è stata su altri circuiti paragonabili a quello del Sol Levante (Montmelò, Silverstone, Zandvoort), mentre potrebbe tornare a far soffrire la Ferrari, veloce quando si tratta di trazione e velocità di punta ma fin qui in netta difficoltà sui curvoni veloci in appoggio. Già dalle Libere di venerdì sarà possibile avere le prime risposte in merito, qualifiche e gara decreteranno quanto la direttiva 018 abbia effettivamente inciso sulle performances delle diverse monoposto. Se la Red Bull non dovesse tornare a dominare, allora la direttiva 018 tornerà certamente al centro dell'attenzione degli addetti ai lavori, perché potrebbe cambiare gli scenari anche in prospettiva futura. Come ha detto Lewis Hamilton, "La RB19 dovrebbe essere fenomenale qui, come lo è stata per tutto l’anno praticamente su tutti i circuiti. Se non dovessero essere in vantaggio di almeno 30 secondi come in passato, allora c’è davvero qualcosa che non va".
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