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Trazione, cordoli, velocità: Leclerc e Ferrari a caccia del bis in Canada

Paolo Viganò

Pubblicato 06/06/2024 alle 20:04 GMT+2

GP CANADA - Dopo il successo nel Gp di Monaco, la rossa cerca gloria anche a Montreal, circuito che potrebbe esaltare le caratteristiche della SF-24 EVO e creare ancora qualche grattacapo alla Red Bull.

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Prima di affrontare il lungo filotto estivo di gare in Europa, la Formula 1 fa tappa in Canada, a Montreal. Un Gp che arriva in un momento di inatteso rimescolamento delle carte sul piano dei valori tecnici, e che per questo motivo può rappresentare uno snodo cruciale per la stagione. Anche e soprattutto per la Ferrari, che dopo il trionfo monegasco di Charles Leclerc è pronta ad andare all'attacco anche sul circuito cittadino dell'isola di Notre Dame. Non solo per l'entusiasmo che Monte Carlo ha portato a Maranello, ma anche e soprattutto per le caratteristiche del tracciato, che potrebbero arridere alla SF-24 e risultare nuovamente poco digeribili per la rigidissima RB20.

EQUILIBRIO DI FORZE

Di certo, fra Miami e Monaco, è accaduto ciò che in pochi, per non dire nessuno, si aspettava: McLaren e Ferrari hanno ridotto quasi completamente il gap dalla Red Bull, che ha visto il proprio dominio tecnico assottigliarsi e la sua pluriennale tirannia iniziare a scricchiolare pericolosamente. I pacchetti di sviluppo portati in pista da Woking e Maranello hanno creato una situazione tecnica con tre macchine vicinissime dal punto di vista prestazionale, dove possono essere le caratteristiche della pista a favorire l'una o l'altra. La McLaren - trovata consistenza anche nelle curve lente e sulla velocità di punta, dove era carente - sembra ora la macchina tecnicamente più equilibrata, e dunque in grado di andare forte ovunque, come dimostrato fra Miami, Imola e Monaco. Il bis di Norris è nell'aria, così come il primo successo dello scalpitante compagno Piastri. La Ferrari va forte laddove servono trazione e stabilità sui cordoli, come Monaco e in parte Montreal. La Red Bull è in difficoltà nella correlazione dei dati di setup delle simulazioni rispetto alla pista, ma conserva il potenziale per essere dominante sulle piste più 'piatte', come Barcellona o Silverstone. Un equilibrio che smonta finalmente la narrazione obbligata del dominio Verstappen-Red Bull per regalarci, se non un Mondiale, quanto meno una serie di gare incerte e appassionanti.
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Il Principe Alberto II con Charles Leclerc alla premiazione del GP di Monaco

Credit Foto Getty Images

A MONTREAL SI SALTA SUI CORDOLI

Come accennato, in casa Ferrari si guarda con fiducia al Gp del Canada. Il circuito semi permanente di Montreal presenta le sconnessioni tipiche dei tracciati cittadini, richiede di saltare parecchio sui cordoli e premia stabilità in frenata e trazione in uscita. Tutte caratteristiche che esaltano la SF-24, come visto a Monaco, anche se il setup canadese sarà decisamente più scarico a livello aerodinamico rispetto a quello visto nel Gp del Principato. E' inoltre una pista che piace molto a Charles Leclerc, decisissimo a sfruttare il momento magico della rossa per bissare il successo monegasco. La McLaren, veloce ovunque e in qualunque condizione, sarà certamente avversario tostissimo. La Red Bull potrebbe tornare a soffrire qualche problema di setup. Perché la RB20 - per precisa scelta progettuale - è macchina che si esalta quando può girare molto bassa e con assetto rigido, sfruttando al meglio l'effetto suolo, mentre va in sofferenza quando è necessario lavorare sulle altezze da terra per cordoli e sconnessioni. Lo si era in parte visto già nel 2023, a Singapore, e se n'è avuta riprova a Monaco. Dunque Montreal potrebbe non essere l'habitat naturale per la monoposto di Milton Keynes, al netto degli sconquassi interni al team che certe non giovano all'unità della squadra.

TERREMOTO A MILTON KEYNES

In chiave titolo, ovviamente, Verstappen e la Red Bull conservano i favori del pronostico. Perché Max è un valore aggiunto, e perché la RB20 ha cambiato direzione rispetto alle scelte tecniche che tutti gli altri team hanno finito per seguire, e dunque potrebbe aver maggiori margini di crescita rispetto ai diretti avversari. Ma soprattutto, come accennato, in virtù del fatto che arriveranno presto le piste in cui il bilanciamento dinamico e aerodinamico della Red Bull tornerà probabilmente a fare la differenza. Ciò detto, non passa inosservato il fatto che McLaren e Ferrari abbiano quasi raggiunto la Regina proprio nel momento in cui il caso Horner e l'annunciato addio di Newey hanno squassato il team, finendo per creare due fazioni opposte di cui il solo Max Versatappen è il vero collante, peraltro col radar acceso in cerca di occasioni per il futuro (c'è che dice che il polverone alzato dal clan Verstappen sia figlio delle poche certezze che si hanno sulla competitività della power unit Red Bull del 2026). Persino la conferma di Sergio Perez fino al 2026 è stata occasione di pesanti divisioni tra i due clan operanti a Milton Keynes.
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Lando Norris in pista a Montecarlo con la McLaren speciale dedicata ad Ayrton Senna, GP Monaco 2024

Credit Foto Getty Images

FERRARI, LAVORO SULLA POWER UNIT

Tornando alla Ferrari e alle sue speranze sul circuito canadese intitolato a Gilles Villeneuve, il lavoro di preparazione è stato incentrato, come sempre quest'anno, sul passo gara. Del resto Montreal è tracciato che offre diverse opportunità di sorpasso, se anche non fosse possibile centrare la pole position. Tuttavia gli uomini in rosso sono chiamati a migliorare le prestazioni della SF-24 anche in qualifica, specie nel primo settore. E se è un dato di fatto che la gentilezza della macchina sulle gomme crei qualche difficoltà di innesco della giusta temperatura di esercizio, a Imola era emerso qualche dubbio anche sullo sfruttamento della parte elettrica del motore. McLaren ha probabilmente già capito quale fosse il segreto Red Bull in questo senso, a Maranello ci hanno lavorato nelle ultime due settimane, e sarà fondamentale non essere da meno. A Montreal la velocità di punta è importante nel terzo settore, dal tornantino all'ultima variante, dove si va a sfiorare (ma assolutamente non a toccare) il cosiddetto muro dei campioni. Lì servirà estrarre la massima potenza dalla power unit Ferrari, quella che non era necessaria a Monaco ma che non può mancare qui.
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