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Formula caos, Red Bull e Verstappen dominanti e regole astruse: la rivoluzione Liberty (per ora) ha fallito

Paolo Viganò

Pubblicato 03/04/2023 alle 10:34 GMT+2

F1 - Gli americani stanno rischiando oltremisura di trasformare uno sport avanguardia della tecnica in un mero show televisivo. Se l'obiettivo di Liberty Media era di restituire adrenalina alla F1, la direzione rischia di essere quella di uno show fine a se stesso, per di più con un nuovo dominio tecnico che replica quello della Mercedes della prima era ibrida. Urge un ripensamento generale...

Verstappen tira le orecchie alla FIA: "Che casino! Si poteva gestire..."

Se è temporalmente presto per stilare bilanci sulla nuova governance della Formula 1, i regolamenti tecnici ormai congelati di quadriennio in quadriennio impongono quanto meno una presa di coscienza su ciò che sta accadendo al Circus sotto le insegne degli americani di Liberty Media. I quali sì, saranno entrati nel gioco per restituire vigore, adrenalina e seguito ad una categoria prigioniera da anni di gare per lo più noiose e predominanze tecniche disarmanti, ma che dopo due anni si ritrovano ad amministrare quello che sta diventando uno stucchevole show a tutti i costi, con torsioni logiche e forzature regolamentari che rischiano di trasformare lo sport del motore per antonomasia in un vuoto prodotto televisivo. Con chiari di luna peraltro poco incoraggianti anche in chiave futura, vedi abolizione delle prove libere. E' davvero il caso di sacrificare oltre 70 anni di storia in nome di un presunto spettacolo che in realtà emoziona sempre meno?

Lo show sempre e comunque

Perché è vero che una Safety Car, spesso e volentieri, può riaprire una gara e sparigliare le carte. Ma è anche vero che l'abuso, come tutti gli abusi, porta nella direzione opposta, come dimostra la gestione di almeno due di queste prime tre prove del 2023. Dove si butta in pista una Safety con Lance Stroll perfettamente parcheggiato fuori dal tracciato (Jeddah) e addirittura si impongono per due volte le bandiere rosse a Melbourne per questioni agilmente risolvibili in pochi giri di Safety, mandando a monte i piani di chi (Russell e Sainz) aveva appena effettuato il pit stop. E dove si decide per un'assurda ripartenza a una manciata di chilometri dalla bandiera a scacchi, che ha persino messo in ombra Michael Masi e il pasticcio di Abu Dhabi 2021. Chiaro che la direzione gara è in mano alla FIA, ma è altrettanto chiaro che chi ci mette i soldi, Liberty, dà l'indirizzo generale.

La Formula caos non è la Formula 1

Così si compone un disarmante elenco di griglie di partenza stravolte, penalizzazioni calibrate a casaccio, podi riscritti nel giro di due ore, Safety Car avventate, interruzioni insensate, nonché l'innesco di assurdi autoscontri come nel finale del Gp australiano. Su cui peraltro anche qualche pilota ha avuto finalmente la forza di dire qualcosa. Come Perez, che ha definito "assurdo e pericolosissimo" ripartire dopo le due interruzioni col sole basso e dritto in faccia ai piloti alla prima staccata. Lo show a tutti i costi che diventa caos, e l'aspetto tecnico-sportivo che si svuota di volta in volta. Sono forse gli ingredienti buoni per un interesse sporadico, non certo per ricreare uno zoccolo duro di appassionati e tifosi.

Lo spettro del dominio

Non bastasse tutto ciò, il peggior incubo degli americani si sta materializzando con tutta la sua forza. Dopo il dominio Mercedes dal 2013 al 2020, ecco materializzarsi un nuovo strapotere tecnico della Red Bull che rischia di rendere già scritto il Mondiale in corso e chissà se anche i prossimi, fino al nuovo giro di giostra sul regolamento tecnico previsto per il 2026. Problemi della Ferrari a parte, c'è stato certamente un riavvicinamento tra le forze in campo, la seconda e l'ultima fila della griglia sono meno lontane rispetto alle due stagioni precedenti, i tempi sono più vicini e la lotta è spesso più serrata. Ma là davanti c'è chi va un secondo al giro più forte, e c'è anche chi ha migliorato di oltre un secondo al giro le proprie performance in 12 mesi. Guarda caso, le due che hanno sforato il budget cap 2021.
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Chris Horner insieme a Max Verstappen

Credit Foto Getty Images

Il tema delle regole

E qui si innesta fatalmente il discorso riguardante le regole. Laddove chi è in vantaggio, in assenza di test in pista e in presenza di un tetto di spesa, ha molto più agio nel mantenerlo, se non addirittura nel gestirselo in vista dell'anno successivo. Si pensi al famoso telaio alleggerito della Red Bull, che il team di Chris Horner aveva già pronto nel finale del 2022 e che si è potuto tenere nel taschino fino a Sakhir 2023. O a chi, come Mercedes, ha dovuto penare mesi col porpoising prima che il gentile omaggio della Direttiva 039 le togliesse le castagne dal fuoco. Non solo: ora Stefano Domenicali - tornando allo show a tutti i costi - parla di abolizione delle prove libere il venerdì per disputare praticamente solo sessioni di qualifica in vista di Sprint Race e GP. Più competizione, più punti in palio, certo. Ma sempre con qualcuno che domina e con gli altri che non possono nemmeno più provare le novità in FP1 e FP2. E' il vero spirito della Formula 1 questo? O è piuttosto un ibrido che troverebbe maggior senso in un campionato monomarca? Perché quella è la direzione, sulla scia della americanissima Formula Indy. Dove c'è un telaio Dallara uguale per tutti e due tipi di motore. Stop. E dove non si capisce cosa dovrebbero starci a fare Ferrari, Mercedes, Renault e un domani Audi.
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