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Morto Karl-Heinz Schnellinger, vinse tutto col Milan e fu protagonista di Italia-Germania 4-3, la partita del secolo

Stefano Dolci

Pubblicato 21/05/2024 alle 09:06 GMT+2

SERIE A - Il calcio italiano ed internazionale piange la scomparsa di Karl-Heinz Schnellinger, aveva 85 anni ed era malato da tempo. Difensore roccioso ed estremamente duttile, segnò il suo unico gol in Nazionale nella 'partita del secolo' del Mondiale 1970 (Italia-Germania 4-3) e in Serie A ha vestito le maglie di Roma, Mantova e Milan con cui in 9 stagioni vinse la bellezza di 8 trofei.

Karl-Heinz Schnellinger ai tempi della sua militanza nella Germania Ovest

Credit Foto Getty Images

Il mondo del calcio, di casa nostra ed internazionale, dice addio a Karl-Heinz Schnellinger, 85enne ex difensore della Nazionale tedesca, che ha legato il suo nome alle maglie di Milan e Roma e che anche dopo il suo ritiro dai campi aveva deciso di continuare a vivere in Italia. Era malato da tempo e si è spento all’ospedale San Raffaele di Milano. Terzino coriaceo ed estremamente duttile, il suo nome è indiscutibilmente legato alla ‘partita del Secolo’, Italia-Germania Ovest 4-3 del Mondiale 1970: Schnellingher con la sua rete regalò ai tedeschi i supplementari dove poi gli azzurri riuscirono comunque a spuntarla grazie al sigillo di piatto di Gianni Rivera.  
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Treffer im Jahrhundertspiel: "Ausgerechnet Schnellinger" (l.)

Credit Foto SID

Nato a Duren nella Renania Settentrionale-Vestfalia il 31 marzo del 1939, Schnellinger inizia a imporsi al gran pubblico sul finire degli anni 50’ quando diventa un titolarissimo del Colonia, squadra con cui nel 1962 vince il campionato tedesco. Nell’estate successiva lo acquista la Roma che lo gira in prestito al Mantova, dove milita una stagione prima di tornare in giallorosso, dove diventa titolare e contribuisce alla vittoria di una Coppa Italia. Nel 1965 passa al Milan, dove insieme al Paron Rocco, vince  praticamente tutto: Scudetto, Coppa Campioni, Coppa Intercontinentale, Coppa Italia (3 volte) e Coppa delle Coppe (in due occasioni). Chiuse la carriera nel ’74 in Bundesliga nelle file del Tennis Borussia Berlino, prima di fare ritorno in Italia dove mise radici e decide di vivere insieme alla sua famiglia.
Soprannominato “Panzer” o “Volkswagen”, per la sua affidabilità e fisicità, la sua specialità era il tackle scivolato. Vestì la maglia della nazionale della Germania Ovest 47 volte, sfiorò la vittoria del mondiale nel 1966, perdendo con i padroni di casa dell’Inghilterra, mentre nel 1970 la sua avventura si fermò in semifinale quando guadagnò l’immortalità segnando nella leggendaria notte del 17 luglio 1970 all’Azteca.  
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