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Milan-Juve, 5 verità: dal corto muso al lancio di giacca, è tornato l'Allegrismo. Locatelli, un gol che sa di rivincita

Matteo Zorzoli

Pubblicato 23/10/2023 alle 09:53 GMT+2

SERIE A - Il match di San Siro, vinto dai bianconeri grazie al gol dell'ex di Manuel Locatelli, non è stato spettacolare ma ha offerto spunti tattici interessanti e lanciato un messaggio forte al campionato: la Juventus è ufficialmente in corsa per lo Scudetto

Allegri: "Juventus favorita per Pioli e Marotta? Normale"

(da San Siro) - Milan-Juventus, match valido per la 9a giornata di Serie A 23-24, é terminato 0-1. Decisiva la rete di Locatelli (tiro deviato da Krunic) nella ripresa, dopo che il Milan era rimasto in 10 uomini nel primo tempo per l'espulsione di Thiaw. Ecco 5 spunti che ci ha regalato il big match del Meazza (QUI LE PAGELLE):

Juve ufficialmente tra le protagoniste del campionato

"Una partita non cambia le prospettive: Milan, Inter e Napoli restano le favorite, noi puntiamo a uno dei primi quattro posti facendo un passettino alla volta" [Massimiliano Allegri]
Una vittoria pesantissima, senza le sue stelle (Vlahovic e Chiesa) al top della condizione. Lo 0-1 del Meazza è una dimostrazione di forza e un messaggio chiaro al campionato: la Juventus è ufficialmente una delle concorrenti per lo Scudetto. Anche se il suo allenatore continua a sostenere il contrario. Alla vigilia del tour de force autunnale che Inter e Milan (rispettivamente a +2 e a +1 in classifica) dovranno affrontare nelle prossime settimane, i bianconeri ora sono consapevoli che il gruppo è compatto e l'ambiente rivitalizzato dopo una stagione sciagurata come la 2022/23.

Dal corto muso e l'attendismo al lancio di giacca, è tornato l'Allegri-show

La firma sul successo bianconero nella casa del Diavolo porta un nome e un cognome: Massimiliano Allegri. Un match interpretato con la filosofia che ha contraddistinto la carriera dell'istrionico livornese: attendismo, cortomusismo nel risultato e finale da Amarcord con tanto di lancio di giacca e cravatta e calci a tabelloni pubblicitari e bottigliette per una palla gestita male nel recupero. E' tornato l'Allegri-show e in un gruppo giovane come quello bianconero un condottiero come Max può davvero essere il valore aggiunto.
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Manuel Locatelli (Juventus)

Credit Foto Getty Images

Locatelli, un gol che sa di rivincita

Neanche la miglior sceneggiatura di un film di Scorsese avrebbe saputo fare di meglio: 2016-2023. La storia si ripete, sette anni dopo, esattamente il 22 ottobre. Nona giornata a San Siro, come domenica sera. Cambiano solo la porta, la maglia e il minuto, quest'ultimo di pochissimo (in rossonero al 65', in bianconero al 63'). Il protagonista di Milan-Juve è sempre lui: Manuel Locatelli. Tiro da fuori area: nel 2016 una prodezza che lo lanciò a soli 18 anni nel calcio che conta. Nel 2023 un sigillo, con deviazione decisiva di Krunic, che sa di rivincita dopo la "bocciatura" del Diavolo nel 2018, direzione Sassuolo. Era destino.

La chiave tattica: l'1vs1 di Kean

Giocatore spesso criticato, non particolarmente prolifico, altalenante. Vero, ma Moise Kean domenica sera ha portato letteralmente a spasso la difesa rossonera partendo dall'Abc del calcio, l'uno contro uno, concesso sistematicamente da Tomori e Thiaw, entrambi colpevoli nell'episodio che ha portato all'espulsione del tedesco. Nell'azione - turning point della partita - il primo è in ritardo in fase di ripiegamento, il secondo, anticipato e lasciato solo, sceglie di atterrare l'avversario senza pensarci due volte, al 40' del primo tempo e ad una distanza non così ravvicinata alla porta difesa da Mirante. L'esperienza e i dettagli fanno la differenza.

Diavolo, cercasi cinismo

Trentatrè tiri in tre gare (Dortmund, Genoa, Juventus), un gol. E' questa la statistica che non può far dormire sonni tranquilli a Stefano Pioli. Contro i bianconeri l'occasione più ghiotta è finita tra i piedi di Giroud, gran girata e autentico miracolo di Szczesny. Manca densità in area di rigore e soprattutto cinismo da parte dei big (è ancora negli occhi dei tifosi rossoneri il colpo di tacco goffo di Leao contro il Dortmund). A questo si aggiungono la condizione non ottimale di Okafor, la sostituzione "obbligata" di Pulisic, l'infortunio di Chukwueze e la presenza/assenza di Jovic nelle prime uscite in rossonero. Attacco del Diavolo rimandato, così come il centrocampo, orfano di Loftus-Cheek (in dubbio per il PSG) e poco ispirato.
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