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Pioli: "Speravo nella riconferma, ci ho sempre creduto. Con Gazidis rapporto sincero"

Eurosport
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Pubblicato 22/07/2020 alle 00:33 GMT+2

Il tecnico del Milan ha parlato al termine della partita vinta sul Sassuolo. Inevitabile i lunghi discorsi sul rinnovo: "Ci ho sempre creduto, con me il club è sempre stato sincero e corretto".

Stefano Pioli, Milan-Juventus, Serie A 2019-20

Credit Foto Imago

Sul rinnovo fino al 2022

Sono molto felice, erano un paio di giorni che sapevo della trattativa. Allenare la prossima stagione un club prestigioso e una squadra che può crescere è molto importante. Non capisco tutto, ma il nostro futuro è adesso e dobbiamo pensare alle ultime partite, dobbiamo chiudere bene. Il club si è dimostrato corretto. Nei colloqui individuali mi avevano detto che non c'era nulla di definitivo e che le scelte sarebbero state fatte alla fine. Ho pensato a lavorare in un ambiente straordinario come Milanello, con giocatori che mi hanno dato grandissima disponibilità. Sarebbe stato un campionato di rimpianti se non fosse ripreso. Dal 6 gennaio siamo terzi, vuol dire che la crescita c'è stata e ci sono prospettive importanti.

Sui momenti vissuti in queste settimane

Il club con me è stato corretto. Nei colloqui individuali mi hanno sempre detto che non c'era nulla di definitivo, che le valutazioni sarebbero state fatte a bocce fermo. Io ho pensato a lavorare in un ambiente straordinario che è Milanello, dove tutti hanno il Milan stampato dentro. Sono stato concentrato perché sapevo il lavoro che stavamo facendo, ero solo dispiaciuto che non fossimo riusciti a mettere in campo le nostre qualità. Non fosse ricominciato il campionato avremmo avuto molti rimpianti: dal sei gennaio siamo terzi in classifica, quindi la crescita c'è stata.

Su Gazidis, c’è stato un colloquio

Ho sempre parlato con lui. Ha avuto un colloquio individuale con me prima della partita col Genoa, quando erano uscite delle voci e mi aveva garantito che non era stata presa alcuna decisione e che sarebbe stato valutato il lavoro fino alla fine. Ho avuto un rapporto più diretto con Maldini e Massara ma anche Gazidis è stato presente e ha manifestato la stima. Poi ieri sera c'è stata la chiamata in cui mi hanno annunciato la riconferma. Me lo aspettavo? Di sicuro ci speravo, sto bene qui e volevo continuare il lavoro perché è solamente all'inizio. Ci saranno difficoltà, pressioni e aspettative importanti, ma abbiamo una buona base su cui costruire. Abbiamo giovani forti che dovranno crescere ma hanno dimostrato di avere qualità. Ci speravo, lo volevo fortemente.

Ancora sulla conferma fino al 2022

Ci speravo, sto bene con l'ambiente. Speravo di poter continuare un lavoro che è solo all'inizio. Ci saranno difficoltà, aspettative importanti: tanta pressione, ma anche tanta voglia di dimostrare che quello che stiamo facendo è una buona base su cui costruire qualcosa di importante. Abbiamo giovani forti che stanno già crescendo. Io ci speravo, l'ho voluto fortemente, quando ho ricevuto la notizia ero molto felice.

Sulla percezione: quanto è cambiato qualcosa?

Non ho mai avuto difficoltà nei rapporti con una dirigenza. Chiaro che un allenatore è sempre sotto esame. Non ho mai allenato un grande club dall'inizio, non ho mai vinto, anche se sui vincenti avrei qualcosa da ridire, perché se raggiungi l'obiettivo sei comunque un vincente. Ho sempre sentito la fiducia, anche dalla squadra, perché quello che conta sono le sensazioni che ti danno i giocatori. Non hanno mai avuto dubbi, come me, e penso sia un risultato importante per tutti. Stiamo ancora dentro, attaccati: venerdì abbiamo una partita bellissima e difficilissima, con tante assenze. Recuperiamo le energie e cerchiamo di fare bene.

Sul merito da riconoscersi

Aver creduto nel nostro lavoro, nelle qualità della squadra, ed essere riusciti a renderli ancora più consapevoli e sicuri delle loro qualità. È un percorso che ha richiesto del tempo, perché un conto è iniziare da settembre, un altro è subentrare.

Sulla partita e su Ibra

Ibra è Ibra. Chiaro che non fosse contento dopo la sostituzione col Bologna, ho faticato a spiegargli le mie motivazioni. Io devo pensare alla squadra: la partita era finita, dovevo pensare a Sassuolo e Atalanta. Farò sempre delle scelte per il bene della squadra, non per il singolo.
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