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La Serie A chiude le porte a 350.000 abbonati: rimborsi? Non è affatto scontato

Marco Castro

Aggiornato 04/06/2020 alle 12:21 GMT+2

Il campionato italiano ripartirà ma lo farà senza le migliaia di tifosi che pagano e popolano di solito i nostri stadi. E mentre le società studiano delle soluzioni, molti abbonati potrebbero non essere risarciti.

La maestosa vista di San Siro prestato al rugby, Getty Images

Credit Foto Getty Images

La Serie A è finalmente pronta a ripartire. Il 20 giugno, alle 19.30, Torino-Parma inaugurerà la seconda parte del nostro campionato, che dopo mille tribolazioni e polemiche sembra aver trovato la quadra per portare a termine la stagione 2019/20. E se da un lato la ripresa del calcio giocato avrà degli effetti indubbiamente positivi, dall'altro verrà al pettine un intricato nodo che riguarda dei protagonisti indiscussi dei nostri stadi: i tifosi.
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San Siro stracolmo col terzo anello

Credit Foto Imago

La ripartenza, naturalmente, sarà a porte chiuse. E questo, per chi è abituato a seguire la propria squadra dal vivo è già una triste - seppur doverosa - novità. Ma il problema reale è un altro: che fine farà il denaro speso dagli abbonati per partite a cui non potranno assistere? Verranno risarciti? Il rischio concreto è che la risposta alla seconda domanda sia un no. In questo momento, almeno, non c'è nulla di scontato. La realtà dice che almeno la metà delle squadre della nostra Serie A ha inserito una clausola nell'abbonamento che non prevede nessun diritto al rimborso, qualsiasi cosa accada. Nello specifico si tratta di Atalanta, Brescia, Genoa, Inter, Juventus, Lecce, Roma, Sampdoria, SPAL e Udinese.
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Naturalmente molte società stanno cercando di trovare delle soluzioni alternative. I tifosi giocano un ruolo fondamentale dal punto di vista economico e chiudere loro le porte in faccia in maniera così brusca costituirebbe un pesante danno di immagine, con possibili ripercussioni anche per il futuro. Inoltre le associazioni dei consumatori hanno già annunciato possibili iniziative a riguardo e sul sito della Codacons c'è un numero di telefono apposito a cui rivolgersi.
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Si studiano allora altre vie, come voucher, sconti e prelazioni. Ma in ogni caso, anche se gli stadi riaprissero, non ci sarebbe spazio per tutti i 350.000 che formano l'esercito degli abbonati della nostra Serie A. Le idee che filtrano è che si potrebbe ragionare a sorteggio oppure con un sistema di turnazione. Un'altra ipotesi, meno popolare e più conveniente per i club, potrebbe essere quella di dare la precedenza ai settori più costosi. Insomma, si riparte, ma per i club rimane una brutta gatta da pelare...
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