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Leo Messi punge il PSG: "Io l'unico campione del mondo a non essere celebrato... Lì non stavo bene. Ora sono rilassato"

Eurosport
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Aggiornato 22/09/2023 alle 01:09 GMT+2

MLS - In un'intervista al canale streaming argentino Olga, il fuoriclasse dell'Inter Miami torna sul biennio in Ligue1 e non risparmia una stilettata al suo ex club, il Paris Saint Germain: "A Parigi non è andata come speravo e non stavo bene, sono stato l'unico giocatore che ha vinto il Mondiale a non aver avuto un riconoscimento dal suo club, diversamente dai miei 25 compagni di nazionale".

Messi in tackle sul PSG: "Io unico argentino snobbato dopo il trionfo mondiale"

Sarà l’aria della Florida o forse il modo di intendere il calcio meno ossessivo e più volto all’entertainment ma l’approdo in Major League Soccer sembra aver ringiovanito e rilassato Leo Messi. ‘La Pulga’ ha iniziato alla grande la propria esperienza negli States – facendo innamorare il pubblico americano a suon di reti e magie – e pare avere trovato quel sorriso e quella serenità che nel biennio trascorso all’ombra della Tour Eiffel con la maglia del PSG non ha mai mostrato. Un malumore che emerge anche dalle parole che il fuoriclasse della Nazionale argentina ha rilasciato al canale streaming 'Olga', in cui non ha risparmiato alcune punture alla dirigenza del club parigino e anche ai tifosi. In particolare ad averlo ferito è stato un particolare, il non aver ricevuto un riconoscimento adeguato dal pubblico e dai dirigenti del Paris Saint Germain dopo la vittoria del mondiale in Qatar con l’Argentina.
"Sono stato l’unico giocatore della Seleccion a non aver ricevuto un riconoscimento in campo per questo traguardo. Tutti gli altri 25 giocatori hanno ricevuto un’ovazione o una targa, io no... Per carità è comprensibile dato che abbiamo sconfitto proprio la Francia in finale e per colpa nostra, tra virgolette, loro non sono riusciti a sollevare un’altra Coppa del Mondo... Tornando all’esperienza al PSG non è stata come me lo immaginavo ma dico sempre che le cose succedono per un motivo e anche se lì non andava bene, era lì che dovevo essere per laurearmi campione del mondo. Tutto accade per una ragione e doveva andare così...”.

"Mondiale 2026? Non ci penso ora, mi piacerebbe fare il direttore sportivo quando smetterò"

"La mia personalità mi porta ad aver un unico obiettivo: vincere ed essere competitivo. Ora però mi accorgo di essere molto più rilassato. Forse non me ne rendo conto, gioco e mi preparo come sempre, ma l’idea di venire a Miami è stata anche per iniziare a decomprimere un po’ dopo tanti anni di carriera e pressioni. Se giocherò il Mondiale 2026? Non ci ho ancora pensato, è lontano. Penso alla Copa América, voglio fare bene. Dipenderà da come mi sentirò ma gli anni passano... Cosa farò da grande? Non lo so ancora, vorrei fare il direttore sportivo, stare insieme ai ragazzi, potergli insegnare qualcosa”.
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