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Dall'Interregionale Svizzera alla panchina della Bustese, la nuova sfida di Maurizio Ganz

Stefano Dolci

Aggiornato 06/07/2016 alle 16:40 GMT+2

Maurizio Ganz per tutti semplicemente 'El Segna semper lu' è uno dei tanti ex milanisti che stanno provando a fare carriera da allenatore. A differenza dei vari Oddo, Panucci, Inzaghi e Brocchi il 47enne ex attaccante di Atalanta e Inter ha scelto di intraprendere un percorso differente che lo ha portato nella Seconda Lega Interregionale Svizzera e a guadagnarsi il primo incarico in Serie D.

Maurizio Ganz, LaPresse

Credit Foto LaPresse

C’è chi la gavetta se può preferisce evitarla e chi invece ne fa quasi un motivo di vanto e per arrivare in alto non ha paura di iniziare da realtà dilettantistiche o di affrontare esperienze che tante eviterebbero. Quest’ultimo caso è certamente quello di Maurizio Ganz, bomber di razza ex Atalanta, Inter, Milan soprannominato ‘El segna semper lu’ per la sua predisposizione a fare gol, che da poche settimane ha assunto l’incarico di tecnico della ASD Bustese dove si appresta a vivere la prima esperienza da allenatore di prima squadra in Serie D italiana.

Eredità pesante

Ganz avrà l’onere di non dover far rimpiangere il predecessore Marco Cavicchia, colui che due stagioni fa ha portato per la prima volta in D la formazione di Busto Garolfo chiudendo l’annata 2014-15 senza sconfitte e nella passata annata ha guidato la squadra ad una tranquilla ed insperata salvezza con diversi turni d’anticipo. Questa eredità non sembra affatto impaurire il 47enne ex cannoniere di Tolmezzo che in 10 anni di carriera da tecnico, prima delle giovanili poi di prime squadre, ha avuto modo di fare esperienze che lo hanno temprato e soprattutto gli hanno dato la consapevolezza di poter diventare un buon allenatore.

Da una retrocessione quasi certa al 3° posto con l'Ascona

Dopo gli inizi a Milano nella scuola calcio Masseroni Marchese e all’Aldini Bariviera, Ganz dal 2012 al luglio 2014 ha fatto parte del settore giovanile del Varese, guidando prima la Berretti e in seguito la Primavera. L’esperienza più significativa però l’ha maturata nella Seconda Lega Interregionale svizzera (il quinto livello del calcio elvetico, paragonabile a una Serie D italiana) con l’Ascona, piccola compagine ticinese che nell’ottobre 2014 si è affidata a Ganz nel tentativo di ottenere una salvezza insperata. Maurizio con una squadra di 20enni e composta per lo più da ragazzi che si dividono fra lavoro e allenamenti riesce a centrare l’obiettivo ottenendo 18 punti in 15 giornate e guadagnandosi la riconferma dai vertici del club. La stagione seguente l’Ascona riparte sempre con l’ambizione di salvarsi ma Ganz la porta fino a un insperato 3° posto dietro al Bellinzona e all’Under 21 del Lugano… Niente male per una squadra che vive di rimborsi e con un budget risicatissimo.
Il calcio in Svizzera a questi livelli è un hobby – ha dichiarato in un’intervista qualche mese fa - I giocatori pensano di più al loro futuro, al loro lavoro, che al calcio. Per due anni ho fatto la spola in macchina fra Milano ed Ascona per 5 giorni a settimana. Si tratta di tre ore di viaggio fra andata e ritorno, un bel sacrificio però quando vedi che la squadra ti segue capisci che ne vale la pena
In 26 giornate Ganz ha portato a casa 13 vittorie (8 in più rispetto alla stagione precedente) e 8 pareggi chiudendo l’annata con 47 punti (19 punti in più rispetto al 2014-2015), più del doppio dei gol segnati e un’ egregia media punti di 1,74. Numeri che gli sono valsi la chiamata dei dirigenti della Bustese, che lo hanno anche accontentato prendendogli tre fedelissimi dal suo Ascona: il difensore Cesare Parini, il centrocampista Luca Bellich e l’attaccante albanese Ersid Pllumbaj (13 reti in 19 presenze sotto la guida di Ganz).
Per me Serie A o D non fa nessuna differenza il calcio è sempre stata una passione e un divertimento, molto prima che diventasse un mestiere. Sono orgoglioso della mia lunga gavetta: oltre che un fatto di umiltà la ritengo una scelta necessaria per non entrare nel folto club degli ‘improvvisatori’. Ho scelto la Bustese perché è la società che più mi ha voluto, perché è un club giovane, sano ed affamato. Di motivazioni ne ho tante così come di voglia di lavorare duro per poter far bene, il mio sarà un calcio propositivo e la mia dovrà essere una squadra con personalità, i miei giocatori dovranno dare tutto per la maglia che indossano.

Un figlio alla Signora

Grinta, sudore, fatica e personalità: le stesse caratteristiche che hanno sempre accompagnato Maurizio ed oggi contraddistinguono il figlio Simone Andrea, che ha firmato nelle scorse settimane un contratto quadriennale con la Juventus (che lo girerà in Serie B per fare un’altra annata d’esperienza).
Sono orgoglioso del percorso di mio figlio e mi piacerebbe vederlo in A già nella prossima stagione. Ha fatto un bel percorso con le giovanili, ha segnato un mucchio di reti, ha fatto due anni di Lega Pro e lo scorso anno all’esordio in B ha dimostrato di poter essere un bomber da cadetteria. Quello che ci accomuna è il profumo del gol, si trova sempre al posto giusto al momento giusto ed è sempre sul pezzo, sulle ribattute pronto a sfruttare l’errore del difensore. Questa è una grande dote per un centravanti.
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