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I Mondiali 1994

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Pubblicato 05/06/2006 alle 13:14 GMT+2

Ripercorriamo l’edizione numero 15 dei Mondiali, disputata negli Stati Uniti. Quarto successo per il Brasile, la delusione azzurra, ma anche la positività di Maradona e l’uccisione di Escobar.

Per la prima volta i Mondiali di calcio traslocano negli Stati Uniti, paese fino a quel momento poco incline al mondo del calcio. Il 4 luglio1988, data della festa nazionale, l’ex segretario Henry Kissinger comunica al paese la lieta notizia. Sei anni più tardi, dal 17 giugno al 17 luglio, si svolge l’edizione numero 15 della Coppa del Mondo, l’ultima con sole 24 nazionali al via. Dal 1998 saranno 32 le finaliste. Tra le eliminate illustri spiccano l’Inghilterra e la Francia, quest’ultima sconfitta all’ultimo minuto dell’ultima partita di qualificazione a Parigi dalla Bulgaria con gol storico di Emil Kostadinov.
I padroni di casa degli Stati Uniti si pongono come obiettivo il superamento del primo turno e il sorteggio è abbastanza favorevole: gli statunitensi vengono inseriti nel gruppo 1 con la Svizzera, che tanto aveva fatto soffrire l'Italia nelle qualificazioni, oltre a Colombia e Romania. Missione compiuta per la nazionale a stelle e strisce, che viene ripescata tra le migliori terze. Decisiva la partita vinta per 2-1 con la Colombia, tristemente nota per l'uccisione al ritorno in patria del difensore Andres Escobar, ‘reo' di aver decretato l'eliminazione della nazionale sudamericana con un maledetto autogol in quella partita.
Parte male il Mondiale dell'Italia di Sacchi, subito sconfitta dall'Irlanda con un gran gol di Houghton. Le cose si complicano anche nella seconda partita, con la Norvegia, per l'espulsione dei primi minuti di Pagliuca. In quell'occasione il ct di Fusignano toglie un incredulo Roberto Baggio, che dà del ‘matto' al tecnico, per fare entrare Marchegiani. Ma il grande cuore degli azzurri va oltre l'ostacolo e un colpo di testa dell'altro Baggio, Dino, regala all'Italia un successo vitale per il prosieguo del cammino. Il pareggio col Messico nell'ultima giornata, fissato dalle reti di Massaro e Bernal, basta per la qualificazione agli ottavi. Non senza qualche brivido.
Finisce dopo due partite il Mondiale di Diego Armando Maradona, chiamato dall'Argentina nonostante i tanti problemi di droga avuti negli ani precedenti. Il Pibe de Oro incanta con la Grecia, realizzando uno dei suoi magici gol, e trascina l'Argentina al successo in rimonta con la Nigeria. Poi viene trovato positivo all'efedrina e viene squalificato. L'Argentina riuscirà ugualmente a passare il primo turno nonostante la sconfitta con la Bulgaria che la fa scivolare al terzo posto del girone D.
Subito in evidenza il Brasile, che vince in scioltezza il gruppo B davanti alla Svezia, altra protagonista dei Mondiali statunitensi. Avanti anche Germania e Olanda. Tra le eliminate della prima fase c'è invece la Russia, nonostante il 6-1 rifilato a un irriconoscibile Camerun, lontano parente della divertente nazionale ammirata a Italia '90. Una partita che comunque entrerà nella storia per la cinquina realizzata da Oleg Salenko, impresa mai riuscita a un giocatore nella fase finale di un Mondiale.
Agli ottavi per l'Italia c'è la temibile Nigeria, una delle outsider più ostiche del torneo. La partita si mette male dopo il gol rocambolesco di Amunike al 25'. Nel tentativo di raddrizzare la partita Sacchi manda in campo Zola, che dopo pochi minuti viene incredibilmente espulso per un fallo (inesistente) ai danni di un avversario. La partita sembra persa, ma proprio al 90' Roberto Baggio, autore fino a quel momento di un Mondiale disastroso, estrae dal cilindro il tocco magico che vale i supplementari. Sarà poi lo stesso Roby a trasformare il rigore decisivo che regala agli azzurri un'insperata qualificazione. Ottavi fatali all'Argentina, ancora scossa dal caso Maradona ed eliminata dalla Romania. Il Brasile batte a fatica gli Stati Uniti e rimane l'unica formazione extraeuropea ad andare ai quarti.
E' un'Italia sempre più targata ‘Baggio' quella che batte la Spagna e guadagna un posto in semifinale. Dino sblocca il risultato al 25' e Roberto, dopo il momentaneo pareggio di Caminero, realizza un'altra perla ancora in extremis, quando i supplementari sembravano inevitabili. Ma la partita più bella dei quarti è quella tra Brasile e Olanda. Emozioni tutte concentrate nella ripresa, con Romario che sblocca il risultato al 53' e Bebeto raddoppia dieci minuti dopo. Bergkamp riporta subito in partita l'Olanda e Winter al 76' acciuffa i verdeoro. Ma a mettere definitivamente in ginocchio gli Orange, dopo 5 minuti, ci pensa Branco con una delle sue terrificanti punizioni per il definitivo 3-2. Semifinale anche per la Bulgaria, che elimina a sorpresa la Germania, e per la Svezia, che sconfigge ai rigori la Romania dopo un'autentica battaglia.
La composizione delle semifinali lascia adito a pochi dubbi circa il nome delle due finaliste. Quella tra Italia e Brasile è una finale quasi scontata. Agli azzurri bastano 25 minuti da grande Baggio, inteso come Roberto, per raggiungere l'obiettivo. Una doppietta del ‘divin codino' è sufficiente per stendere la Bulgaria, che replica solo parzialmente con il rigore trasformato da Hristo Stoichkov, all'ultimo sigillo di un Mondiale da incorniciare, che gli varrà a fine anno il Pallone d'Oro. Sempre dal dischetto il Brasile piega la Svezia con Romario. Italia e Brasile dunque in finale, come doveva essere. La finale di consolazione è vinta nettamente dalla Svezia, che conquista il terzo posto rifilando un pesante 4-0 alla Bulgaria.
E' il Rose Bowl di Pasadena a ospitare l'atto conclusivo dei Mondiali. Sole splendente, temperature elevatissime fanno da contorno alla partita più attesa. Sacchi recupera in extremis Franco Baresi, operato al menisco solo venti giorni prima e ristabilitosi a tempo di record. Il grande caldo, oltre all'inevitabile tensione, limita l'azione dei 22 giocatori in campo e la partita non risulta un granchè spettacolare. Sui piedi di Massaro e di Romario le due palle che potrebbero valere la Coppa, Pagliuca commette una papera colossale ma viene salvato dal palo. Per decidere la formazione vincitrice ci vogliono i calci di rigore. Fatali gli errori di Baresi, Massaro e Roberto Baggio, sceso ugualmente in campo nonostante vari acciacchi. Il titolo va al Brasile, che trionfa per la quarta volta nella sua storia e dedica il successo alla leggenda della Formula 1 Ayrton Senna, drammaticamente scomparso sul tracciato di Imola due mesi e mezzo prima. La lacrime di Franco Baresi fotografano tutta la deluzione azzurra per un sogno a lungo accarezzato e svanito nel modo più crudele.
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