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Simone Inzaghi e la Champions League: quando il feeling è vincente (e i numeri pure)

Davide Bighiani

Aggiornato 09/11/2023 alle 13:36 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Profilo basso, poche dichiarazioni roboanti e la qualificazione agli ottavi dell'Inter scivola via, quasi sotto traccia. Ma è così dovuta? Assolutamente no. Analizziamo i numeri e il comportamento di Simone Inzaghi in quella che sembra essere la sua competizione preferita: quella Champions League che vede la sua Inter sempre più protagonista.

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14 marzo 2000: Simone Inzaghi realizzava 4 gol nella sfida tra Lazio e Marsiglia: è l'unico italiano ad esserci riuscito in Champions League. Già allora deve essere scattato qualcosa, un innamoramento, un trasporto particolare tra Inzaghi e la competizione per club più importante d'Europa. Un feeling particolare, continuato anche nella sua vita da allenatore, evidentemente. Dopo aver conquistato gli ottavi una volta alla guida della Lazio (2020-21), il tecnico dell'Inter - dopo il successo sul terreno del Salisburgo (0-1) - è al suo terzo passaggio oltre alla fase a gironi di fila sulla panchina dell'Inter; e per giunta per la seconda volta riesce a portare la sua squadra oltre il primo grande scoglio con due giornate d'anticipo. Una cosa che non succede proprio tutti i giorni: no, non può essere solo un caso.
Era dal 2006 che non ci qualificavamo con tanto anticipo e ci fa piacere, dal 2010 non passavamo agli ottavi e ci riusciamo per la terza volta di fila. Lo dirà il tempo se questa Inter è la migliore, abbiamo fatto delle partite molto importanti ma sappiamo che ci sarà da soffrire ancora tutti insieme

Tutto dovuto? Assolutamente no

Profilo abbastanza basso, poche dichiarazioni roboanti e la qualificazione agli ottavi dell'Inter scivola via, quasi sotto traccia. Ma è così dovuta? Assolutamente no. Prima di Simone Inzaghi il raggiungimento degli ottavi di finale di Champions League non era assolutamente così scontato, anzi. "Essersi qualificati con 2 turni d'anticipo è un motivo di grosso orgoglio. E' il terzo anno che ci qualifichiamo agli ottavi e siamo contenti, ma mancano ancora due partite". Simone Inzaghi non lo sbandiera quasi mai ai quattro venti, ma è certamente lui il fautore del grande big-step che prima era sempre un po' mancato all'Inter. Quello di diventare grande in Europa...

Numeri in Champions: solo Herrera meglio di Inzaghi

Sì, è così. Il terzo sigillo europeo in tre stagioni certifica il lavoro certosino dell'allenatore piacentino. Come riporta la Gazzetta dello Sport, Simone Inzaghi ha conquistato i tre punti in 14 delle 25 gare nella più prestigiosa coppa europea ovvero nel 56% dei casi, riuscendo a portare la squadra in finale a Istanbul la scorsa stagione (perdendo poi con il City 1.0, Rodri). Il Mago Herrera è al 62,5% di successi (20 successi su 32 partite) e soprattutto ha 2 Coppe dei Campioni in bacheca; Mancini terzo con il 52,7%, Mourinho è a 10 vittorie in 21 incontri, ma 2009-10 ha alzato la Coppa. Spalletti e Conte seguono da lontano...
Helenio Herrera 65% (20/32)
Simone Inzaghi 56% (14/25)
Roberto Mancini 52,7% (19/37)
José Mourinho 47,6% (10/21)

Turnover mirato: si fida di tutti i suoi giocatori

"Usa sempre lo stesso modulo", "E' poco coraggioso nei cambi", "Non sa variare ritmo alle partite": queste sole alcune delle critiche mosse a Simone Inzaghi negli ultimi anni. Che Inzaghi abbia ancora qualche limite di rigidità è sotto gli occhi di tutti: al suo modulo è molto affezionato e se vede "giallo" (inteso cartellino) allora la sostituzione è praticamente automatica, ma per il resto la sua evoluzione nella "lettura" del gioco è altrettanto lampante. Senza andare troppo indietro nel tempo, la Champions di quest'anno è un esempio perfetto di "gestione controllata": 1-1 rintuzzando i danni in casa della Real Sociedad, poi tutte vittorie di misura contro Benfica (1-0, con tante chance sprecate) e Salisburgo (2-1 e 1-0), con un uso molto ragionato e fruttifero del turnover. Vedi Lautaro in versione "entra e segna" dell'ultima partita... La sensazione è che ormai Inzaghi si fidi ciecamente di tutti i suoi giocatori, che sanno benissimo quali siano i loro compiti, in campo e fuori. Avere una rosa "contenta" è simbolo di ottimo lavoro da parte dell'allenatore, come dice anche Fabio Capello.
Il mio percorso è questo, ho la fortuna di avere dei grandissimi ragazzi che si impegnano e una società forte alle spalle. Poi abbiamo l'aiuto dei tifosi che sono stati splendidi anche oggi"

Occhio al campionato: rimane l'obiettivo n.1

In poche parole, Simone Inzaghi è inappuntabile in Europa: in un solo colpo ha centrato una importante vittoria esterna, la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League e un posto al Mondiale per Club 2025. Certamente una dolce serata per Simone Inzaghi, il quale però non deve dimenticare che l'obiettivo stagionale non può che essere il campionato. Negli ultimi tre anni, l'Inter è sempre stata tra le pretendenti al titolo, ma in due occasioni ha fallito l'obiettivo: prima sgambettata da un furbo Milan a pochi passi dall'arrivo due anni fa, poi tradita dalle troppe sconfitte inannellate verso la strada per Istanbul e assoggettata da un Napoli oggettivamente troppo superiore l'anno scorso. Quest'anno però la Serie A non può più aspettare Simone Inzaghi, anche se l'Europa dovesse continuare a sorridergli.
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