Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Champions League - Le 5 verità di Salisburgo-Inter 0-1: con Lautaro Martinez e Barella è un'altra storia

Stefano Silvestri

Pubblicato 09/11/2023 alle 10:08 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - L'ingresso delle sue stelle, lasciate inizialmente in panchina da Inzaghi, cambia completamente il panorama del finale. Buone risposte anche da Asllani e Bisseck. Gli austriaci, invece, hanno qualità ma non possono competere per gli ottavi.

Ancelotti: "Casemiro? Persona squisita, gli auguriamo il meglio"

Salisburgo-Inter, match valido per la quarta giornata dei gironi di Champions League, è terminato sul punteggio di 0-1, frutto di un rigore trasformato nel finale da Lautaro Martinez. La gara è stata arbitrata dall'olandese Serdar Gozubuyuk. Con questo risultato l'Inter è matematicamente agli ottavi di finale di Champions League.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita della Red Bull Arena.

1) Con Lautaro e Barella è tutta un'altra storia

Diciamocelo: non è stata una partita indimenticabile. La classica serata da 0-0, con una squadra da vorrei ma non posso (il Salisburgo) e un'altra evidentemente più forte, ma con parecchie seconde linee in campo. Poi sono arrivati i nostri. Ovvero Lautaro Martinez e Nicolò Barella, i due candidati dell'Inter al Pallone d'Oro, giunti rispettivamente al ventesimo e al ventisettesimo posto nella recente votazione. Con loro due a portare qualità e peso specifico alla manovra offensiva, il finale si è acceso. E non è un caso che il gol decisivo sia nato da un rigore trasformato dall'argentino e guadagnato dall'ex cagliaritano. In poche parole: Barella e Lautaro sono imprescindibili. Non lo scopriamo certo stasera: ce l'hanno solamente confermato loro con i fatti.
picture

L'esultanza di Lautaro Martinez, Salisburgo-Inter, Champions League, Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) Asllani si è guadagnato la fiducia di Inzaghi

Stai a vedere che forse è veramente cambiato qualcosa. Inzaghi ha spesso ripetuto quanto servisse avere pazienza con Kristjan Asllani, ma in pochi gli davano veramente retta. Anche perché, alla fine dei conti, il gioiello albanese con lui ha sempre giocato pochissimo. L'impatto da subentrato di dieci giorni fa contro la Roma potrebbe aver cambiato le carte in tavola, l'ingresso positivo di Salisburgo ha confermato le impressioni, con tanto di gol sfiorato da fuori area. Asllani è una seconda scelta, il sostituto naturale del titolarissimo Calhanoglu, ma intanto i suoi progressi sono evidenti. Anche se il minutaggio non è quello desiderato. Ma si cresce anche così, imparando dai campioni. E cercando di farsi trovare pronti quando si viene sollecitati.

3) Bisseck, buone risposte nonostante il giallo

La partita di Yann Aurel Bisseck, all'esordio dal primo minuto con l'Inter e assoluto in Champions League, è durata appena un tempo: all'intervallo Inzaghi lo ha tolto per inserire De Vrij. A prima vista ciò potrebbe suonare come una bocciatura, specialmente se si va a spulciare la prestazione del tedesco e si scopre quel giallo del 27', comminato per un intervento falloso di pura irruenza su Ulmer. Un'ammonizione che ha indotto Inzaghi, com'è sua prassi, a richiamarlo in panchina all'intervallo. Eppure il giovane tedesco ha mostrato buone cose: personalità, un bel destro da fuori area, una sensazione generale di discreta sicurezza. Non è un titolare, almeno per il momento. Ma si farà.
picture

L'intervento in scivolata di Yann Bisseck costato il cartellino al difensore tedesco, Salisburgo-Inter, Champions League, Getty Images

Credit Foto Getty Images

4) Inzaghi e i cartellini: un'ossessione maniacale

Tutti gli allenatori curano i dettagli, come si suol dire. Simone Inzaghi, però, lo fa a modo suo: ogni volta che un calciatore dell'Inter rimedia un cartellino giallo, su di lui si abbassa lentamente l'ombra di una sostituzione inevitabile. A Salisburgo è capitato a Bisseck ma anche a Calhanogku, ammoniti rispettivamente nel primo tempo e all'inizio del secondo: entrambi hanno puntualmente lasciato il campo, come prima di loro era toccato a un'infinità di nerazzurri durante le due precedenti stagioni. Quasi come una sentenza. Una scelta criticata in passato ma, guardando alle buone risposte offerte dai subentrati De Vrij e Asllani, vincente alla Red Bull Arena.
picture

Calhanoglu, Salisburgo-Inter

Credit Foto Getty Images

5) Salisburgo promettente, ma per gli ottavi serve molto altro

Sia all'andata che ieri sera il Salisburgo ha sognato il pareggio, senza trovarlo. Ha tenuto bene il campo grazie alla propria aggressiva generosità, e anche alla prestazione per buoni tratti sonnecchiante dell'Inter, ma alla fine hanno ceduto. Perché gli austriaci hanno qualità, un'età media bassa come da strategia aziendale, buone individualità come l'israeliano Gloukh, già a segno a San Siro, ma naturalmente mancano di quel pizzico d'esperienza ad altissimi livelli che possa consentire loro, nel caso specifico, di lottare per i primi due posti di un girone di Champions League. Come peraltro era già accaduto nella scorsa stagione, quando a passare al posto del Salisburgo era stato il Milan. Il terzo posto che porta in Europa League, se non altro, è quasi in cassaforte.
picture

Il tributo di Ancelotti a Sacchi: "Sei stato un maestro fantastico"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità