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Le 5 veritá di Milan-PSG 2-1: Loftus-Cheek unico, Leao formato europeo e Pioli ha imparato la lezione

Enrico Turcato

Aggiornato 11/11/2023 alle 16:32 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Pioli, nella partita più delicata della stagione, si redime azzeccando tutte le mosse e trovando tre punti che permettono ai rossoneri di sperare ancora negli gli ottavi. Loftus-Cheek indispensabile, Leao determina come un top player. PSG debole in mezzo, Donnarumma risponde sul campo.

Pioli: "Mi aspettavo una reazione. Leao si deve rivedere, tutto dipende da lui"

Milan-PSG, match valido per la quarta giornata del gruppo F di questa Champions League 23/24, é terminato 2-1 al Meazza di Milano. Una prestazione convincente quella dei rossoneri, che hanno riaperto il discorso qualificazione e che ora credono agli ottavi. Dopo non aver trovato nemmeno un gol nelle prime tre giornate, il Diavolo ritrova le reti dei suoi attaccanti, Rafa Leao - che riprende il gol dell'illusorio vantaggio transalpino di Skriniar, infilzando Donnarumma con una spettacolare rovesciata - ed Olivier Giroud, bravissimo ad incornare un cross dalla sinistra di un redivivo Theo Hernandez. Un 2-1 che scaccia le nubi intorno a Stefano Pioli, che era apparso in discussione dopo il doppio ko interno in campionato contro Juventus ed Udinese in campionato, e forse può rappresentare una svolta in positivo per la stagione di Calabria e compagni. Vediamo insieme l'analisi del match in cinque punti.
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Pioli: "Niente coro? Scelta condivisa. Loftus-Cheek ha tanta forza"

1) Loftus-Cheek unico: giocatore che in questo Milan fa la differenza

Non é casuale che il Milan abbia surclassato in mediana il PSG con la forza fisica del gigante britannico. Accelerazioni, sgroppate, spunti, soprattutto in campo aperto. Strappi che hanno squarciato la linea di centrocampo parigina e hanno dato convinzione e vigore al Milan. Averlo al meglio é fondamentale per i rossoneri, che con lui cambiano volto e aumentano le proprie soluzioni. Va gestito, va dosato, va curato, visti i frequenti problemi fisici. In questo momento é uno di quelli che fa proprio la differenza in questa squadra.

2) Pioli ha imparato la lezione, difesa piú bassa: qualificazione alla portata

I derby persi con l'Inter e la debacle di Parigi devono aver lasciato il segno. Spesso il Milan ha aspettato il PSG, non gli ha concesso campo, ha evitato di lasciare praterie in contropiede alle ali francesi. Tattica che ha funzionato anche nel finale, con la squadra bassa ad aspettare in area. La squadra di Luis Enrique soffre se deve ragionare e se non puó sprigionare la velocitá di Mbappé e Dembele. Contro un certo tipo di squadre e ovviamente in alcuni momenti del match, questo tipo di gioco paga. Anche perché poi il Milan quando attacca e si distende diventa sempre pericoloso e le occasioni le crea. Ora la qualificazione é di nuovo alla portata: battere il Borussia Dortmund in casa e poi giocarsi tutto a Newcastle. Si puó fare.

3) PSG, centrocampo molle e modesto: difficile imporsi

Zaire-Emery é giovanissimo e ha grandi margini, ma é ancora leggero e inesperto per certe partite. Ugarte e Vitinha hanno mostrato i loro limiti, fallendo l'appuntamento chiave del girone. Fabian Ruiz non ha portato soluzioni e miglioramenti entrando a gara in corso. Il centrocampo del PSG dá poca protezione, non ha verticalitá, non pare all'altezza del resto della squadra. Questo in Europa rappresenta un problema, visto che per andare in fondo alla Champions League, la linea mediana é quella che fa la differenza e conta di piú. Difficile imporsi se i tre di centrocampo sono questi.
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La frustrazione di Kylian Mbappè

Credit Foto Getty Images

4) Leao in serata di grazia: l'atteggiamento deve essere sempre questo

Rafael Leao in serata deluxe. Di quelle da giocatori di calibro internazionale. Oltre al gol, giocate, spunti, dribbling, presenza scenica. E nel secondo tempo anche due rincorse a fermare Hakimi in corner. Un Leao motivato, diverso, con l'atteggiamento finalmente giusto e la voglia di incidere e diventare grande. Il 10 del Milan deve trovare continuitá per ambire all'élite mondiale, perché le qualitá non le ha mai discusse nessuno. Dominare contro qualsiasi avversario, che sia l'Udinese o il PSG, che sia Nahuen Perez o Hakimi. Quando inizierá a farlo, potrá davvero ritenersi una superstar.

5) Donnarumma bersagliato e deriso: ha risposto sul campo

I dollari finti, i cori, le offese, i fischi. Gianluigi Donnarumma, nella sua prima da avversario del Milan al Meazza, é stato accolto nel peggiore dei modi possibili. Schernito, per le sue scelte, oltraggiato, per la sua decisione di scegliere il PSG a parametro zero. Lui, va sottolineato, non si é scomposto e ha disputato una buona partita, riducendo di molto il passivo per i parigini. Almeno tre interventi importanti, due dei quali di alto livello su Hernandez e Okafor. Insomma, a livello di reazione emotiva possiamo dire che ha retto bene sul campo. La sua ex squadra, peró, non lo ha mai perdonato e probabilmente non lo perdonerá mai.
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Gigio Donnarumma raccoglie le banconote false lanciate dai tifosi allo stadio per contestarlo

Credit Foto Getty Images

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