Champions League - Le 5 verità di Real Madrid-Napoli 4-2: azzurri in fiducia, ma che dura tenere la porta chiusa
Pubblicato 30/11/2023 alle 08:47 GMT+1
CHAMPIONS LEAGUE - Se è vero che è presto parlare di "cura Mazzarri", a tratti si è vista una squadra nuova rispetto ai primi mesi della stagione. Ma le partite con la porta mantenuta inviolata si contano sulle dita di una mano.
Real Madrid-Napoli, match valido per la quinta giornata dei gironi di Champions League, è terminato sul punteggio di 4-2, frutto delle reti di Simeone, Rodrygo, Bellingham, Anguissa, Paz e Joselu. La gara è stata arbitrata dal francese François Letexier. Con questo risultato il Napoli dovrà sudarsi la qualificazione agli ottavi all'ultima giornata contro il Braga.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita del Santiago Bernabeu.
1) Sì, il Napoli ha perso. Ma qualcosa è cambiato
Walter Mazzarri è tornato sulla panchina del Napoli solo pochi giorni fa. E dunque è probabilmente esagerato parlare di “cura” da parte del vecchio/nuovo allenatore azzurro, specialmente dopo una sconfitta. Però i cambiamenti sembrano scorgersi, eccome. Nei risultati, intanto: una vittoria su un campo complicatissimo come il Gewiss Stadium, un ko onorevole al Bernabeu. E poi nel modo in cui la squadra si comporta in campo e pure in uno spirito di gruppo che, dopo le tensioni delle prime settimane stagionali, pare ritrovato: l'abbraccio collettivo dopo il 2-2 di Anguissa, al quale ha partecipato anche lo stesso Mazzarri, ne è il simbolo più evidente, così come il "si vede che ora la squadra gioca insieme" pronunciato dal camerunense a fine partita. Se per parlare di guarigione totale si dovranno attendere i prossimi impegni, posticipo di lusso contro l'Inter in primis, la serenità sembra essere tornata a permeare il Napoli campione d'Italia in carica.
2) Però che dura tenere la porta chiusa
Appena cinque clean sheets in diciotto partite stagionali tra campionato e Champions League. Appena cinque occasioni, in pratica, in cui il Napoli ha tenuto la porta inviolata: contro Sassuolo, Lecce, Bologna, Union Berlino e Salernitana. Un dato allarmante e preoccupante per una squadra che, nello scorso campionato, aveva avuto il rendimento difensivo migliore di tutti. Quest'anno, al contrario, non c'è verso: che sia il Genoa o il Real Madrid, l'Udinese, il Braga o il Milan, agli azzurri segnano (quasi) tutti. Il pilastro Kim manca come l'aria, Rrahmani vive di alti e bassi, Natan si perde gli avversari alle spalle, Juan Jesus soffre da terzino, Meret sbaglia nel momento decisivo. Se il potenziale offensivo è di fuoco, dietro si balla. Anche se prendere gol dal Real ci può stare: meno ammissibili, semmai, sono i troppi blackout a cui si è assistito da agosto a oggi.
3) Simeone risponde presente: anche lui è un'alternativa credibile
Nella città di papà Diego, contro la squadra che rappresenta l'opposto delle credenze del Cholo, Giovanni Simeone ha risposto presente. Non era scontato. Perché l'argentino, di fatto, oggi è l'ultima scelta dell'attacco del Napoli. Chiuso non solo dall'intoccabile Osimhen, che appena sarà in piena forma è naturalmente destinato a riprendersi il posto, ma anche da un Raspadori che ha ormai completato la propria trasformazione in prima punta. Simeone ha vissuto settimane complicate, ha giocato poco, è stato scavalcato dall'ex Sassuolo nelle gerarchie di Rudi Garcia. Ma non ha mollato. E al Bernabeu, con una buona prestazione e l'illusorio gol del vantaggio, ha lanciato un messaggio piuttosto chiaro a Mazzarri.
4) Real Madrid, se con mezza rosa ai box i risultati sono questi...
A leggere i nomi degli indisponibili del Real Madrid si rischia di perdere un bel po' di tempo. La lista è decisamente lunga: i due portieri Courtois e Kepa, e poi Modric, Camavinga, Tchouameni, Vinicius Junior, Militão, Arda Guler. Quasi una squadra intera. Eppure Carlo Ancelotti ha a disposizione una rosa talmente profonda e qualitativa da non potersi lamentare di nulla. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: primo posto in Liga in coabitazione col Girona, cinque su cinque nel girone di Champions League. Real tra le favorite per il trionfo finale, dunque? Sì, come sempre. Anche se non c'è più Benzema, anche se non ha un centravanti di grido.
5) Bellingham più Rodrygo: i campioni di Ancelotti fanno sempre la differenza
Si parla tanto di Jude Bellingham, ed è giusto che sia così: è il capocannoniere della Liga, ha segnato al Napoli sia all'andata che al ritorno, con l'avanzamento della propria posizione in campo è diventato il calciatore dal più alto rendimento in questo avvio di stagione. E poi c'è pure Rodrygo, che zitto zitto sta continuando a incantare. Sempre meno esterno offensivo e sempre più attaccante, il nazionale brasiliano è in uno stato di forma strepitoso: nelle ultime quattro presenze col Real, tra Liga e Champions League, è andato a segno sei volte. L'ultima, appunto, contro il Napoli. Con la speranza di ripetere notti come quella del 4 maggio 2022, la semifinale di ritorno contro il Manchester City, nella quale fu lui a trascinare di peso le Merengues dal baratro dell'eliminazione al paradiso della finale.
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