Verso Spagna-Italia: scordatevi il tiki taka, ora le Furie Rosse sono veloci e verticali
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Pubblicato 19/06/2024 alle 12:12 GMT+2
EURO 2024 - No, non è più la Spagna del Tiki Taka esasperato, come da statistica dopo la prima gara: dopo 136 partite (escluse amichevoli) con più possesso palla del rivale, la Croazia ne ha avuto di più (53%). E allora che tipo di Spagna dobbiamo aspettarci contro l'Italia? Abbiamo provato a chiedere lumi a Eurosport Spagna: ecco le risposte che abbiamo avuto da Jorge Ordas.
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Che tipo di Spagna dobbiamo aspettarci giovedì sera, in occasione della seconda giornata del girone B nel match che vedrà gli iberici contro l'Italia di Luciano Spalletti? Sarà una Spagna aggressiva o attendista? Vorrà fare gioco o aspettare e ripartire? Spagna-Croazia 3-0 ha tracciato la via: la squadra guidata da De La Fuente è stata cheta per una mezz'oretta prima di scatenarsi e segnare tre gol in quindici minuti che hanno di fatto tagliato le gambe all'avversaria di giornata, che non ha avuto modo di ribattere alle Furie Russe. No, non è più la Spagna del Tiki Taka esasperato, come prova la statistica a fine partita: dopo 136 partite (escluse amichevoli) con più possesso palla del rivale, la Croazia ne ha avuto di più (53%). E allora che tipo di Spagna dobbiamo aspettarci contro l'Italia? Abbiamo provato a chiedere lumi ai nostri colleghi di Eurosport Spagna: ecco le risposte che abbiamo avuto da Jorge Ordas.
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1 - Come è cambiato il calcio della Spagna? Contro la Croazia lo abbiamo visto molto più verticale e veloce, il tiki tara un ricordo ?
"Il calcio spagnolo è cambiato e, forse, il problema che ha avuto negli ultimi anni è che non ha voluto cambiare. Dopo gli anni magici del tiki taka (2008-2012), la Spagna ha perso giocatori irripetibili come Xabi Alonso, Xavi, Iniesta, Silva, Villa... Aveva giocatori molto bravi ma non si adattavano più a questo modo di giocare. Con l'arrivo di Luis Enrique prima e ora di Luis de la Fuente, c'è stato un cambiamento generazionale molto grande, dando opportunità a giocatori molto giovani e adattando il sistema al calciatore e non viceversa. Ragazzi come Nico Williams o Lamine Yamal ci "costringono" a giocare molto veloci e verticali e la scommessa, per ora, sta funzionando bene".
2 - Che tipo di allenatore è De la Fuente? Cosa chiede ai suoi giocatori?
"Luis de la Fuente è un allenatore di basso profilo, di quelli che gestiscono bene lo spogliatoio e non pretendono risalto, ma anzi lo danno ai propri giocatori. In questo senso, dopo la controversa partenza di Lopetegui nel 2018 e il periodo di grande clamore mediatico di Luis Enrique, la Spagna aveva bisogno di calma in panchina. Forse non è il favorito di tutti gli spagnoli ma finora sta raggiungendo i suoi obiettivi ed è molto informato sui giovani che stanno arrivando in prima squadra visto che ha allenato per molti anni l'U21, l'U19..."
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3 - QUALI sono i giocatori chiave di questa Spagna?
"Uno degli aspetti positivi di questa squadra è che non dipende da nessun giocatore né ha alcuna superstar. Per nome, esperienza e prestazioni, forse Rodrigo Hernández (Man City) è il giocatore principale della squadra. Per l'enorme impatto che ha avuto in Spagna, Lamine Yamal è un altro dei calciatori chiamati a guidare questa squadra e, in misura minore, anche Nico Williams fa parte di questo gruppo. Senza far rumore e abbastanza criticato in Spagna, Alvaro Morata è capitano ed è già il quarto marcatore di tutti i tempi della squadra, ma sicuramente trova più affetto in Italia che qui... Un'altra differenza importante con la "vecchia" Spagna è che nel 2008-2012 quasi tutti i giocatori provenivano dal Real Madrid o dal Barcellona e ora possiamo trovare molti calciatori di squadre come Athletic Club, Real Sociedad o, come Fabian Ruiz, che giocano all'estero. Il caso di Fabián Ruiz è strano visto che Luis Enrique ha smesso di convocarlo in Nazionale ed è stato proprio Luis Enrique al PSG a farlo crescere per tornare in Nazionale..."
4 - Che opinione avete in Spagna dell’Italia? È considerata pericolosa o tanto inferiore a quella che ha vinto Euro 2020?
"L’Italia in Spagna incuterà sempre, sempre, sempre rispetto. Penso che il fatto di aver giocato così tante volte susciti la stessa sensazione tra spagnoli e italiani: 'Siamo capaci di batterli, ma dobbiamo sempre stare attenti perché sono pericolosi'. Magari non sono l'Italia più talentuosa e c'è la brutta esperienza degli ultimi Mondiali, ma possono arrivare ad un grande torneo e vincere senza problemi come è successo negli ultimi Europei".
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Spagna-Italia: precedenti, curiosità, possibili protagonisti
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