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Le 5 verità di Croazia-Italia 1-1: Zaccagni, più che quello di Del Piero... Baggio, Calafiori è proprio forte!

Simone Eterno

Pubblicato 25/06/2024 alle 09:58 GMT+2

EURO 2024 - Il pareggio al 98° che manda l'Italia agli ottavi di finale dell'Europeo contro la Svizzera si porta dietro come al solito tante storie. Dalle scelte di Spalletti al gol di Zaccagni, che più il tanto citato Del Piero... può diventare per portata simile a quello di Roberto Baggio al Mondiale americano del 1994. Anche lì l'Italia era quasi fuori e poi...

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(dall'inviato a Lipsia). L'Italia esce con un pari insperato all'ultimo secondo dell'ultima partita del girone B di Euro 2024, strappando così alla Croazia un 1-1 che qualifica gli Azzurri agli ottavi. Dietro al risultato si nascondono come sempre molti temi piuttosto interessanti. Andiamo a scoprirli insieme col consueto format delle '5 verità': i 5 temi d'analisi che ci ha lasciato in eredità la terza uscita dell'Italia agli europei 2024.

1. Italia: via 'la scimmia' dalle spalle

'Fiiiiiuuuuu', scrisse una volta Massimiliano Allegri, diventando meme col suo tweet onomatopeico di chi tira un sospiro di sollievo dopo averla scampata brutta. Perché a Lipsia, contro la Croazia, la prima e indiscutibile verità è che l'Italia l'ha veramente scampata brutta. Non tanto in termini di qualificazione. Da quel punto di vista probabilmente gli Azzurri sarebbero passati agli ottavi di finale anche senza il gol di Zaccagni. Quanto per essersi levati dalle spalle 'la scimmia', quel peso sulle spalle che si presenta regolare come bagaglio non richiesto in ogni singola campagna della Nazionale italiana di calcio dalla notte dei tempi a oggi. E questo a prescindere dal valore dei convocati o del commissario tecnico. Che sia forte, mediocre o scarsa, l'Italia è partita in ogni singolo europeo o mondiale della sua storia con 'la scimmia' sulle spalle, figurativo di una pressione di una nazione che di questa giochino qui chiamato 'football' non ne può fare a meno. Ecco, l'1-1 con la Croazia, per quanto lasci potenzialmente tantissimo di cui discute, caccia il 'gorillone'. E di solito le cose da lì in poi tendono ad andar meglio.

2. Spalletti: questa formazione aveva più senso

Per giorni si è speculato su chi e come. Fino a poche ore prima ancora balenava un Darmian a sinistra di una linea difensiva a 4 e un Cambiaso alto a destra. Vivaddio nulla di tutto ciò. Nello schieramento iniziale c'era per lo meno dell'ordine. Darmian braccetto di destra dove ha giocato tutto l'anno, così come Dimarco più alto a sinista. E poi Barella mezzala destra e Pellegrini mezzala sinistra, con una seconda punta Raspadori - e una prima punta - Retegui. Si possono poi discutere le scelte dei singoli, ma per lo meno ognuno era al suo posto. E l'Italia, al di là del risultato finale acchiappato solo alla fine, ha giocato una partita di senso. La qualità resta non altissima? Certamente. Si può fare meglio? Senza dubbio. Ma la base per lo meno la si è posta. E da qui si deve ripartire.
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3. Singoli: che forte Calafiori, di Donnarumma già sapevamo

Su Donnarumma evitiamo anche di ripeterci: in questo momento è ritornato probabilmente il miglior portiere al mondo. Anche con la Croazia c'è la parata su Pasalic a freddo; il rigore preso a Modric; il miracolo d'istinto sul colpo di testa prima che lo stesso Modric di nuovo la metta dentro. Insomma, il portiere è fortissimo è non è un problema ripeterlo. Cosa invece va sottolineato è il rendimento di Riccardo Calafiori. Che alle prime uscite ufficiali da titolare e in un torneo di questo peso specifico, gioca da gigante, come uno di quelli che su questi palcoscenici ci sta da una vita. Freddezza, personalità, lucidità e classe. Perché se al minuto '98, venendo palla al piede dentro il campo, vedi quel buco lì... Beh allora sei speciale. Da un certo punto di vista è quasi un peccato che stia esplodendo a così rapidamente anche a questo livello. Perché se va avanti così difficilmente lo rivedremo in Italia. Sì perché se il Bologna con lui deciderà di far cassa, sarà per cifre fuori mercato per chiunque alle nostre latitudini. E se in Premier qualcuno ha guardato un pizzico di Serie A e le prime tre uscite di questo europeo, Calafiori ha il futuro segnato. Specie se uno come Josko Gvardiol, con tutto il rispetto, è stato pagato 80 milioni...
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4. Cammino: Zaccagni, più che Del Piero con la Germania... Baggio a USA '94

E veniamo al gol, al momento dell'estasi. In tanti hanno rivisto 'quel' gol di Del Piero. Perché siamo in Germania... Perché si torna a Berlino. Permettetemi di dissentire. Se proprio tocca tirare fuori un ricordo del passato, il gol, per 'senso delle cose' assomiglia molto di più a 'quella' partita con la Nigeria, a USA 1994, a Roberto Baggio che tira giù l'Italia dall'aereo e la porta fino in finale. Quasi certamente non sarà il destino di Mattia Zaccagni, che sabato con la Svizzera ripartirà probabilmente dalla panchina. Ma per il minuto in cui è arrivato, per la sofferenza della partita, per le critiche che giravano attorno a questa squadra, la rete di Zaccagni ha quell'aura lì: una liberazione. Da quel momento l'Italia di Sacchi volò fino alla finale. Vedi mai che...
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Mattia Zaccagni sotterrato da tutti i compagni dopo il gol al 98° di Croazia-Italia 1-1, Euro 2024. Gol che porta gli Azzurri agli ottavi con la Svizzera

Credit Foto SID

5. Avversario: Croazia, 'end of an era'

Non è stata una grande Croazia ma chi aveva seguito le due partite precedenti questo lo sapeva già. La fine del ciclo era parsa evidente fin da subito, con una squadra costretta a girare a ritmi più bassi e senza quel 'quid' di magico che l'aveva accompagnata soprattutto in Russia - e in parte anche nel vero canto del cigno in Qatar. Qui si sono presentati nella speranza di poter tirare fuori ancora qualcosa dal fenomeno Modric e da quel Brozovic che ha deciso di autopensionarsi in Arabia. Ne è venuta così fuori una prestazione - e un europeo - da 'compitino'. Troppo poco con la Spagna. Troppo poco con un'onesta Albania. Troppo poco anche stasera contro una modesta Italia.
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