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L'ex NBA Nate Robinson confessa: "Mi resta poco da vivere senza un trapianto di reni". Ha vinto 3 gare di schiacciate

Davide Fumagalli

Pubblicato 10/04/2024 alle 22:29 GMT+2

BASKET - Nate Robinson, ex giocatore NBA soprattutto coi New York Knicks, e vincitore per tre volte della gara di schiacciate all'All Star Game nonostante non arrivasse all'1.80, annuncia che gli resta poco da vivere se non riceverà un trapianto di reni. "Senza la dialisi non sopravviverei più di 1-2 settimane", ha detto il nativo di Seattle parlando col tabloid Daily Mail.

Nate Robinson

Credit Foto Getty Images

"So che non mi resta molto tempo da vivere se non mi procuro un nuovo rene. Cerco di trarre il meglio da questa situazione". Parole scioccanti quelle di Nate Robinson, visto per 10 anni in NBA tra il 2005 e il 2015 vestendo le maglie di New York Knicks per 5 stagioni, e poi con Chicago Bulls, Denver Nuggets e Boston Celtics, soprattutto ricordato per le 3 vittorie alla gara di schiacciate dell'All Star Game nel 2006, nel 2009 e nel 2010, lui che alto appena 175 centimetri ingaggiò degli spettacolari duelli con Dwight Howard, quest'ultimo col vestito di Superman e Robinson in versione kryptonite, o meglio "Kryptonate".
So che non mi resta molto tempo da vivere se non mi procuro un nuovo rene. Cerco di trarre il meglio da questa situazione
Queste dichiarazioni di Robinson, rilasciate al tabloid britannico Daily Mail, sono in pugno nello stomaco per il quasi quarantenne di Seattle, da sempre un super atleta, prima nel football, poi nel basket e con anche qualche tentativo col pugilato negli anni scorsi. E' anche vero che nell'ottobre 2022 parlò per la prima volta dei problemi di insufficienza renale che lo tormentavano da circa 4 anni, ma ore le cose sembrano essersi aggravate. "Il corpo di alcune persone rifiuta la dialisi. E grazie a Dio che il mio lo accetta e posso vivere... se non andassi in dialisi, probabilmente non vivrei più di una settimana o due. Quindi è una cosa seria, non posso perdere un giorno. Vado quattro ore al giorno per tre giorni alla settimana. E puliscono il mio sangue per eliminare le tossine. E mi aiutano molto perché è così che vivo", racconta Robinson.
Nate, che sta ancora attendendo un donatore per il trapianto, ha raccontanto che a volte è costretto a restare in ospedale 1-2 giorni per riprendersi. "La macchina per la dialisi ha aiutato la mia longevità e la mia vita in questo momento. Quindi mi sto semplicemente godendo i momenti in cui mi sento in salute. Cerco di uscire con i miei figli, vedere la mia famiglia, giocare a basket, fare le cose che amo E cerco ancora di fare tutte le cose che posso per restare e sentirmi normale il più possibile, rimanere il più umano possibile", dice ancora Robinson.
Il corpo di alcune persone rifiuta la dialisi. E grazie a Dio che il mio lo accetta e posso vivere... se non andassi in dialisi, probabilmente non vivrei più di una settimana o due
Ovviamente ha dovuto cambiare parecchio il suo stile di vita: "Ci sono un sacco di cose che devi controllare. Devi misurare tutto ciò che mangi e bevi. Non puoi avere troppo, ma nemmeno puoi avere troppo poco. Ho cambiato la mia dieta, ho solo provato a mangiare meglio, stando lontano da molti cibi trasformati, cercando solo di mangiare frutta e pietanze alla griglia, pollo e pesce, solo cose più sane, è così che posso sopravvivere e mantenermi in vita finché posso". Robinson è comunque consapevole di essere fortunato: "Non lo do per scontato. Rimango il più umile possibile e ringrazio Dio per ogni opportunità, ogni giorno è una benedizione essere vivi e poter fare quello che faccio. Perché alcune persone, per i reni, vanno in ospedale e non escono mai più".
Nate Robinson non è il primo con malattie del genere: in passato, altri giocatori NBA hanno raccontato dei loro problemi di salute ai reni, come Alonzo Mourning, star dei Miami Heat e costretto a un trapianto nel 2003, e l’ex San Antonio Spurs Sean Elliott, nel 2009.
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