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Morta la leggenda Willie Mays Aveva 93 anni. Fu il primo giocatore di colore capitano di una squadra MLB.

Stefano Dolci

Aggiornato 19/06/2024 alle 13:23 GMT+2

BASEBALL - Lo sport americano è in lutto per la scomparsa di una leggenda del gioco, Willie Mays: 24 volte All Star, bandiera dei San Francisco Giants e primo giocatore afroamericano a capitanare una squadra della Major League.

Willie Mays

Credit Foto Getty Images

Gli Stati Uniti, gli appassionati di baseball e la Major League Baseball piangono la scomparsa di Willie Mays, uno dei più grandi giocatori della storia del gioco. Aveva 93 anni e a dare l'annuncio della scomparsa è stata la famiglia in un comunicato congiunto con la sua ex franchigia, i San Francisco Giants in cui il figlio Michael ha raccontato come il padre fosse “morto serenamente e avvolto dall’amore dei suoi cari”.
Impersonava la gioia del gioco e proprio per questa particolarità che lasciava trasparire si era guadagnato il soprannome di “Say Hey Kid” perché era celebre per agitare il berretto mentre girava per le basi quando colpiva la pallina dopo una battuta valida o un home run. Il suo iconico salvataggio col braccio sopra la spalla durante le World Series 1954 resta una delle giocate difensive più celebri ed iconiche della storia del baseball.
Primo giocatore di colore a capitanare una squadra della Major League, i Giants in cui ha militato dal 1951 al 1972 (per le prime sette stagioni a New York mentre dal 1958 al ’72 a San Francisco, quando la franchigia è stata trasferita nella Western Conference), Mays ha chiuso la propria carriera proprio nella Grande Mela con la maglia dei NY Mets, squadra con cui si tolse lo sfizio di vincere le World Series nel 1973.  
All Star per la bellezza di 24 stagioni, Mays nel corso della propria lunghissima carriera ha vinto ben 12 volte il Guanto d’Oro e per due volte il titolo di MVP. È stato il primo giocatore nella storia della Major League a vantare 300 o più homerun e 300 o più basi rubate.
Nel pantheon dei grandi del baseball, si distingueva per la combinazione di straordinario talento, acuta intelligenza e gioia sconfinata – il tributo del presidente dei San Francisco Giants, Greg Johnson -  Ha avuto una profonda influenza non solo sul gioco del baseball, ma anche sul tessuto dell'America. Era un'ispirazione e un eroe che sarà ricordato per sempre e che ci mancherà profondamente”.

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