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Ecco perché in Bundesliga si può giocare: il protocollo medico

DaOAsport

Aggiornato 13/05/2020 alle 21:10 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Robert Lewandowski bei seinem Aufwärmprogramm vor einem Spiel. In der Vorbereitung auf die Bundesliga-Fortsetzung wird er auch in der Arena trainieren

Credit Foto Getty Images

Come è ormai noto da alcuni giorni, la Bundesliga sarà il primo dei principali campionati europei di calcio a ripartire. Nel weekend in arrivo, infatti, dopo oltre due mesi di stop forzato a causa della pandemia di coronavirus, in Germania il pallone riprenderà a rotolare: lo farà riallacciandosi al periodo precedente all’interruzione, ossia con la disputa della ventiseiesima giornata, che originariamente avrebbe dovuto giocarsi tra il 13 e il 15 marzo. Una scelta coraggiosa da parte delle autorità tedesche che, in totale contrasto con quanto deliberato in Francia, hanno deciso di correre il rischio di esporsi a nuovi contagi pur di salvaguardare gli enormi introiti economici e il cruciale ruolo sociale del prodotto calcio: da sabato 16 maggio gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla Bundesliga, curiosi di capire se tale risoluzione si rivelerà vincente.
Come funzionerà il protocollo medico tedesco? La ricetta teutonica si basa su due pilastri fondamentali: prevenzione e controllo. Per quanto riguarda il primo elemento, andranno seguite in maniera rigida le norme sul distanziamento e sull’igiene in modo da ridurre al minimo i contatti e, di conseguenza, le probabilità di contagio. Anche in occasione delle partite verranno adottate misure volte a questo scopo: ad esempio, le squadre arriveranno allo stadio divise in diversi autobus e i palloni saranno disinfettati anche durante il match. Per quanto concerne il secondo elemento, invece, si procederà con tamponi a tappeto per rilevare in tempo eventuali contagi: il protocollo prevede che, oltre ai due test eseguiti prima dell’inizio del campionato, i giocatori verranno sottoposti al tampone due volte a settimana.
Al primo check di controlli, sui 1724 tamponi eseguiti a calciatori e staff delle trentasei squadre di prima e seconda divisione sono stati riscontrati 10 casi di coronavirus, che però non sono bastati a far desistere le autorità tedesche dal proposito di ripartenza. Il protocollo prevede che, in caso di positività, venga isolata soltanto la persona contagiata e che il resto della squadra continui ad allenarsi, chiaramente sottoposta a tamponi. Non è però quanto accadrà nella Zweite Liga, la seconda lega di Germania, dove sabato due calciatori della Dinamo Dresda sono stati riscontrati positivi al virus e si è scelto di mettere in isolamento per 14 giorni l’intera squadra, che dunque sarà costretta a saltare le prime tre partite di questa ripresa. In Bundesliga per ora non si è verificata alcuna situazione di questo tipo e tutto sembra dunque portare nella direzione di una ripartenza a tutti gli effetti.
antonio.lucia@oasport.it
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Jurgen Klopp e il Borussia Dortmund del 2011 ricordano la vittoria in Bundesliga

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